"Eccovi una lettera ed un'interessante risposta da parte di don Giorgio de Capitani di una parrocchia in provincia di Lecco. Il tema? Radio Maria e P. Livio".
Buongiorno Don Giorgio, mi chiamo Walter ed abito in provincia di Milano.
Le scrivo per testimoniarle il mio disappunto nei confronti dell'impostazione ultra-conservatrice della notissima radio Maria, ed in particolare mi riferisco ai monologhi mattutini di Padre Livio. Il mio pensiero è condiviso da altri amici, e immagino da diversi credenti. Codesto sacerdote ritiene forse di rappresentare le istanze del cattolicesimo in quanto tale, ma credo che la realtà (spesso taciuta) della chiesa e dei fedeli sia molto più sfaccettata e – per fortuna – più ricca di tolleranza, rigore e fedeltà evangelica di quanto appaia all'ascolto della radio.
Se un ascoltatore chiama in radio ed accenna ad un qualsiasi tema politico non in linea con certe idee, la telefonata viene interrotta. Padre Livio riversa in onda invece puntualmente le proprie opinioni filo-leghiste e filo-berlusconiane, testimoniando costantemente un livello di personale disinformazione drammatico ed addirittura vergognoso per una persona che occupa un ruolo in primo piano come il suo. Naturalmente se occupa quella posizione un motivo ci sarà, suppongo che il suo profilo risponda a criteri richiesti e graditi da talune gerarchie, e ciò non depone a favore della chiesa cattolica italiana.
Per farle qualche esempio, anche se probabilmente non ne avrà bisogno, codesto Padre Livio è solito sbeffeggiare gli omosessuali con battutine di gusto discutibile, ritiene che il mondo sia diviso in cattolici da una parte e “super comunisti” dall'altra, per usare le sue stesse parole. Ha recentemente definito Saviano come uno strumento nelle mani di Satana, tesse costantemente le lodi della Lega Nord raccontando che dopo la malattia Umberto Bossi sarebbe “diventato buono” perché un amico gli avrebbe riferimento che ogni volta che passa davanti alla statua della Madonna in giardino le fa una carezza, e cose di questo tipo. Ha definito vergognoso l'uso delle intercettazioni a fini investigativi, si è scagliato contro la trasmissione televisiva di Fazio / Saviano definendola faziosa, ma non mi risulta che abbia mai manifestato la minima perplessità nei confronti dell'informazione italiana tutta, pesantemente occupata innanzitutto da quel perfetto anticristiano che si chiama Berlusconi. Definisce Don Gallo “prete straccione”, secondo lui al servizio degli anticristiani e mosso solo dalla propria vanità. Durante le elezioni regionali invitava gli ascoltatori a votare i candidati di destra, perché secondo lui il tema centrale delle elezioni era l'aborto. Eccetera, eccetera.. In sintesi le chiedo questo: mi sa dire chi risponde della nomina di Padre Livio in quel ruolo così delicato e strategico? A chi devo manifestare le mie perplessità? So che non accadrà nulla, ma voglio almeno la speranza che quell'importantissimo canale di comunicazione, la radio, possa un giorno essere incentrata sul vangelo e non sull'omofobia, sul falso anticomunismo berlusconiano, sugli stupidi giochini a quiz del pomeriggio. Grazie per l'ascolto e la pazienza.
Con stima, Walter
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Risposta di don Giorgio De Capitani
Anche dire solo due parole su Padre Livio Fanzaga, dell'Istituto religioso degli scolopi e direttore di Radio Maria, non è semplice, e non mi è facile.
Le ragioni sono tante: rischierei, data la sua popolarità, di essere subito frainteso (non dimentichiamo che abito a due passi da Erba), ma rischierei soprattutto di essere tacciato di quella stessa faziosità per partito preso che è la caratteristica di P. Livio, il quale, però - sta qui la differenza - vede tutto male ciò che sta al di fuori della Chiesa come “struttura-religione”, mentre per me il male è ciò che anzitutto violenta l’essere umano in quanto tale.
P. Livio è una figura in un certo senso “istrionica” (starei attento a dire “carismatica”) che ha capito, come Berlusconi - mutatis mutandis -, che il popolino andava preso nei suoi lati deboli, ovvero nella parte peggiore di una religiosità che, in sintesi, si riduce alla pratica spicciola di una fede “magica”, ovvero all’esercizio di formule devozionali che come pillole servono come calmanti o da droga in certi momenti della giornata.
Le anime vanno tenute il più possibile in uno stato di dormiveglia: da tenere sveglie tanto quanto basta per non farsi sopraffare dal “demonio” della libertà o della coscienza critica, e lasciarle dormire nella pace di una obbedienza cieca.
La cosa strana è come un popolo, che si definisce “di Dio”, non reagisca di fronte a questo lavorio o stillicidio quotidiano di ottundimento del cervello. Sì, perché nella religione tipo “fondamentalista” a non funzionare è la mente. Si è come in un ingranaggio, il quale fa ciò che deve fare per far funzionare un sistema, e il sistema in questo caso è la religione-struttura. P. Livio ha una dote che gli è congeniale (fa parte del suo dna): quella di essere un inflessibile sorvegliante che con meticolosità impone e fa osservare i tempi e le modalità del funzionamento, o - meglio - difende il gregge dei pecoroni dai lupi rapaci che spesso non sono altro che fantasmi o spettri infernali partoriti da una mente malata.
Fosse appena questo, non ci sarebbe nulla di strano, in più di quanto normalmente è sempre successo nella storia della Chiesa, e la Chiesa, se è vero che è fondata sulla roccia di Pietro animata dallo Spirito Santo - uno Spirito che si tenta di ridurre a duro cemento - è sopravvissuta anche grazie al potere di tipo religioso, che consiste nella capacità di far presa sugli spiriti deboli. E la debolezza aumenta, aumentando il ritmo del sistema per evitare che qualcuno si permetta di pensare: ogni libero pensiero, del resto, viene giudicato un peccato, anche solo un dubbio.
Ma P. Livio ha una forza tutta sua, diciamo una vis comica esilarante che egli usa bene - è un istrione! - per far passare come apologia della Chiesa (naturalmente la “sua”) ogni sparata ad effetto contro questo o quello che egli teme possa svegliare anche solo per un attimo le coscienze dei credenti, i quali, lo ripeto, vanno sempre tenute in un continuo dormiveglia.
Quando si sente - basta aprire i numerosi youtube che girano su internet - le indiavolate prese di posizione dell’istrionico P. Livio appena egli sente rumore di pericolo - una breccia del muro che si apre -, ci si diverte anche: un modo anche questo per alleggerire il peso di una giornata “infernale”, non certo da addebitare all’ateismo imperante o al comunismo ormai cenere, ma in parte ad una religione che ha perso ogni senso del cristianesimo, e in buona parte quando essa striscia ai piedi di un potere che, per prendersi il corpo e consumarlo come una macina di un mulino, promette mari e monti alle anime incantate, pronte per volare nei paradisi eterni.
P. Livio non è un’anima incantata, è un’anima indiavolata. Sì, perché il demonio teme di più gli atei e i miscredenti, gli unici talora che sanno usare ancora un po’ di cervello. Il demonio non teme i servi di una religione-struttura, che è già in suo possesso. E si serve dei migliori devoti della religione per combattere i nemici della Chiesa. Sì, lui il demonio difende la religione-struttura, la sua migliore alleata.
Da qui le fobie spaventose, studiate anche ad arte, di P. Livio nei riguardi di ogni pensiero libero. Da qui le sue diavolerie quando si tratta di tirar fuori il peggio di un servitore del nemico numero uno del Vangelo. Sì, perché il Vangelo di Cristo non ha nulla a che fare con quanto P. Livio predica, sostiene o difende: egli difende le mura di una prigione dove manda volentieri le anime dei sempliciotti che si concedono a quanti promettono paradisi a buon mercato. Ma lui, il furbastro, qualche soddisfazione per ora ce l’ha: dominare, dominare, dominare le anime con un potere mediatico conquistato anche con strane alleanze con il potere economico.
Non sto qui a narrare la triste vicenda di Radio Maria che è stata tolta al suo fondatore, don Mario Galbiati, costretto ad andarsene per diverse ragioni (impostazione poco ecclesiale della radio, finanziamenti strani ecc.), e don Mario poi riuscirà a realizzare un'altra emittente cattolica, Radio Mater.
Tornando a P. Livio dico solo che anch’egli fa parte di quella schiera di fondamentalisti pazzoidi che non fanno altro che screditare la vera Chiesa di Cristo, e si divertono a fare del masochismo una virtù santificante e a tenere soggette le anime per togliere loro ogni respiro di libertà.
Ma c’è una cosa da dire: P. Livio, essendo un grande istrione, per di più divertente si fa giudicare per quello che è, e alla gente comune interessa recitare il rosario. Tanti però non si accorgono di stare al “suo” gioco, e gli mandano offerte che, sommate a strani contributi, potenziano un mezzo mediatico che, tra l’altro, sta infettando anche l’etere. Ma l’aria ha i suoi anti-corpi, e i più potenti sono gli spiriti liberi, quelli che fanno imbestialire il satanasso che non vuol sentire circolare nemmeno il lieve rumore dello Spirito di verità.
Don Giorgio De Capitani