Levèra: "Il nostro compito resta quello di porci dei "perché?", dei "cosa posso fare?" e perseverare nel farlo"
In un vastissimo e animato bacino di discussione abbiamo voluto mantenere una posizione rispettosa delle indagini in corso e dei soggetti coinvolti nella questione del grave atto di violenza accaduto la scorsa settimana e ormai di pubblico dominio.
Le dinamiche di divulgazione e di gestione della cosa stanno trasformando quello che è un problema sociale da tempo esistente e ben più articolato, nella banalizzazione di un territorio e di una comunità, e ciò è inaccettabile.
Consapevoli che l'unico lavoro di indagine, specchio della realtà dei fatti, sia quello delle autorità preposte a questo ruolo, siamo convinti che la giustizia farà il suo corso.
Levèra è vicina a tutti i soggetti coinvolti nella vicenda e a tutte le famiglie, spesso abbandonate a sè stesse in contesti complessi e di difficoltà.
Dedichiamo da anni i nostri sforzi allo star vicino alle persone con una visione costruttiva della società e della relazione, che cerchiamo di seminare nel tessuto cittadino nel quale operiamo. Come nel nostro doposcuola sociale nel quale, con condivisione e rispetto dell’altro, molti bambini possono trovare aiuto, supporto, ascolto e amorevole attenzione.
Condanniamo ogni tipo di sopruso vessazione o atto violento, ma il nostro compito resta quello di porci dei "perché?", dei "cosa posso fare?", e perseverare nel farlo essendo sostegno di chi ha bisogno.
Con questo spirito dunque, affinchè nessuno si profili nella società come Caino o Abele, intendiamo metterci a disposizione delle istituzioni di competenza per progettare iniziative ed attività a beneficio della comunità e dei ragazzi che la abitano.
Levèra.
|