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Coltiviamo sogni di Gloria a Galatina
Di Raimondo Rodia (del 16/04/2025 @ 21:57:03, in NohaBlog, linkato 357 volte)

Galatina si candida a capitale italiana della Cultura 2028. In pompa magna presentazione del progetto nel chiostro dell'ex convento dei Domenicani divenuto poi nel tempo alla fine XIX secolo con i padri Scolopi, un liceo convitto provinciale ed infine denominato palazzo della Cultura perchè ospita al suo interno, la biblioteca, il museo civico, l'archivio comunale e diverse sale eventi. Cultura deriva da un verbo latino che significa " Coltivare " per indicare un insieme di conoscenze, come intendere un sistema di saperi, credenze, valori, norme, comportamenti, costumi ed opinioni.

La presentazione doveva accadere attraverso una conferenza stampa che invece di avere come solo protagonisti i rappresentanti della stampa locale e nazionale fatta eccezione per una TV locale ed il sottoscritto come redattore di Noha.it ha visto invece la partecipazione delle scuole di ogni ordine e grado di Galatina con una parte di alunni e dirigenti scolastici.

Una passerella politica, istituzionale e autoreferenziale che invece delle domande dei giornalisti ha visto passare in rassegna alcuni dei presidenti delle oltre 70 associazioni culturali di Galatina. Alcuni ragazzi presenti in rappresentanza delle scolaresche in città hanno siglato un patto sacro con il sindaco Fabio Vergine, i dirigenti scolastici hanno incensato il sapere attraverso l'istruzione della scuola statale strumento di crescita per i giovani che affronteranno il futuro. Insomma una prima fase partita già in forte ritardo, tra quasi 11 mesi infatti, il 27 marzo 2026, dovrà essere prodotto un piano che qualifichi in modo inequivocabile che Galatina merita senza alcun dubbio di essere tra le finaliste prescelte per la candidatura di capitale italiana della Cultura.

La candidatura non è europea come avvenuto per Matera portata più volte ad esempio durante il dibattito.

Io tifo senza alcun dubbio per Galatina ma se il buongiorno si vede dal mattino non mi sembra che siamo partiti con il piede giusto.

Raimondo Rodia