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Santu Paulu meu dei Negramaro (Quinta fetta di Mellone – Estate 2023)
Di Antonio Mellone (del 18/09/2023 @ 19:11:27, in Fetta di Mellone, linkato 1075 volte)

Finalmente dopo la tempesta di annunci, video, post, dubbi esistenziali, qualche excusatio non petita e un’infinità di comunicati ufficiali, arrivò la quiete. È bastato un brain storming prefettizio per trovare il bandolo della matassa, svelare la soluzione al giallo, individuare il colpevole di quegl’impercettibili problemi di accesso al parterre del concertone dei Negramaro 20 Years Old: genetliaco celebrato all’aeroporto militare di Galatina a botte di 50/70 euro a cranio, bevande e parcheggio esclusi. A spiattellare l’arcano il nostro sindaco (membro del suddetto trust di cervelli), il quale, petto in fuori e pancia in dentro, con “orgoglio ed emozione” - come quando riceve tutto in ghingheri il ministro della guerra Crosetto (“Un uomo in grado di scaldare i cuori” [sic]) - con un epico ma viepiù lirico post sulla sua pagina ufficiale, rimanendo serio dichiara: “Il 31 agosto si è tenuta [sic] presso la Prefettura di Lecce un tavolo con l’obiettivo di fare finalmente chiarezza su cosa non abbia funzionato […]. Oggi abbiamo un’analisi di ciò che è accaduto e una ricostruzione degli accadimenti […]”. In parole povere e in estrema sintesi: “Un dato fra tutti: solo 300 macchine erano presenti alle 18.30 su oltre 9000 stalli disponibili. Questo ha portato un grande afflusso di auto verso i parcheggi in un lasso di tempo troppo breve. […]”. Per chi non conoscesse l’aramaico moderno codesti profondi pensierini tradotti in italiano suonano più o meno così: la colpa è tutta di quegli “ospiti” a pagamento che non si sono svegliati prima, e a migliaia hanno intasato le strade e le carrare di accesso all’aeroporto all’ultimo minuto, gridando poi allo scandalo. Fossero partiti il giorno avanti, oppure la mattina presto alla solita ora della raccolta del tabacco in quegli stessi campi, o al più subito dopo pranzo, sacrificando per una volta nella loro vita la siesta pomeridiana, tutto ‘sto casino non sarebbe successo, e noi altri probiviri ci saremmo risparmiati intasamenti, recriminazioni, commenti disperati sui social, la figura di deiezione planetaria associata a “Galatina mia”, nonché il ritardo di un’oretta all’inizio del concerto Meraviglioso. E mo’ con tanto di class action chiedono indietro i soldi dei biglietti e probabilmente pure il risarcimento dei danni, ‘sti marrani che non sono altro, digiuni dei più elementari principi del darwinismo sociale. Invece è dettaglio di secondaria importanza, senz’altro un’inezia, il fatto che se tutti i 25 mila “aspettatori” si fossero presentati ai cancelli alle 18.30 si sarebbe corso il rischio di dover rinviare lo spettacolo della band salentina dal ventennale al trentennale.

Qualche giorno dopo, passato lo santo (cioè Sangiorgi: ché i gabbati sono altri), il nostro primo cittadino, sciogliendo inni e canti al santissimo e divinissimo assembramento, pubblica sul suo profilo fb una foto di piazza San Pietro sovraffollata grazie alle ronde della Notte della Taranta, immagine irrobustita dall’immancabile slogan motivazionale: “La città è sempre più viva”. Non so voi, ma io mi sento già meglio - e meno male che il ridicolo non ha mai ammazzato nessuno, se no a Galatina saremmo un giorno sì e l’altro pure con la bandiera a mezz’asta per lutto cittadino.

Non paghi della precedente toppa a colori leggermente peggiore del buco e per dire quanto le profezie di Orwell sembrino scadenti imitazioni della realtà, il 24 agosto scorso giunge bel bella delibera unanime di giunta d’incarico a un avvocato per un’“espletanda attività sostanziantesi nella preliminare valutazione di sussistenza degli estremi per la presentazione di denuncia-querela e, accertati i presupposti, nella predisposizione e deposito presso la Procura della Repubblica di Lecce, del predetto atto” [mo’ ditemi voi se il titolare di codesta prosa da ipossia nel povero lettore non meriterebbe i domiciliari, o quanto meno l’immediata iscrizione nel registro degli indagati, ndr.]. In pratica l’occhiuta sorveglianza avvocatesca sarà tutta volta a esaminare articoli, messaggi, commenti, attributi, epiteti, locuzioni, lemmi, virgole e punti esclamativi “propalati a mezzo internet”, per spezzare le reni ai tiratori scelti di fango, vale a dire chiunque osi parlare in termini men che lusinghieri del concerto, della comunicazione del locale Istituto Luce (meglio noto come Istituto Corso Porta Luce), e di tutto l’ambaradan negramarognolo. Eh sì signora mia: dobbiamo tutelare l’immagine della città con un bel po’ di querele: ché noi siamo buoni e cari, ma quando ci toccano l’immagine di “Galatina mia” apriti cielo. E mi raccomando, nessuna scriminante per la satira, nonostante a suo tempo fossimo tutti Charlie Hebdo.

Tra l’altro 800 euro di stanziamento in bilancio per il  nobile proposito della censura mi sembrano un affarone: e dove altro riusciresti a portare a casa, chessò io, 100 denunce a 8 euro cadauna? Ma fossero pure 10 a 80 euro, sarebbero già saldi di fine stagione, prezzi da stock, 3X2, e fuori tutto. A meno che non si decida di applicare il principio “Unum castigabis, centum emendabis” (colpirne uno per educarne cento), e chissà che quell’Unum non venga scelto magari con estrazione a sorte, ovvero tramite vaglio di titoli ed esami. E vuoi vedere che il fortunato vincitore (non chiamatela eterogenesi dei fini) sarà proprio chi si mette a vergare certi comunicati istituzionali, a volte indugiando sul proprio ombelico e di tanto in tanto minacciando processi per lesa maestà. O forse lessa maestà.

Antonio Mellone