Michele Scalese: "Noha conserva e custodisce gelosamente le sue tradizioni, i suoi simboli, i suoi costumi"
Continua ad essere assai mortificante assistere a spettacoli da commedia greca in stile aristofanico, non tanto per i contenuti (simili anche loro) quanto per l’abbondante uso e ab-uso di maschere come strumento di adattamento ad un contesto scenico che colmi l’assenza di attori o per coprire le umane sembianze vestendosi da divinità scesa in campo per salvare le sorti del territorio. Ebbene, siamo a Noha nel settembre del 2023 e i protagonisti di questa scena, che di comico ha ben poco, sono innumerevoli. Sono gli stessi che pensano di soddisfare i bisogni e le richieste della nostra frazione promuovendo solo feste e balli, sono gli stessi che intendono dare lustro e visibilità ad un territorio facendosi immortalare con microfono in mano assieme a quattro o cinque seguaci (che chiamano coorganizzatori) che a loro volta sfruttano la prossimità alla figura istituzionale nella speranza di essere riconosciuti come “un* di loro” in barba al fallimento elettorale. Sono gli stessi che rispettano e promuovono così tanto le tradizioni di una porzione di territorio, da confondere e fondere assieme Noha a Galatina. Siamo a Noha, dicevamo, e alla luce dei fatti sembra che Noha si possa accontentare di una tinteggiatura al cancello del cimitero o dell’istallazione delle bandiere presso gli uffici comunali, per farla sembrare tutta bella. Effettivamente Noha bella lo è già, ma pensiamo che la sua bellezza sia incentrata sull’essere ma non nel divenire. Al maldestro tentativo di porla al centro di una azione amministrativa che fa acqua da tutte le parti, si finisce sempre con il promuovere combriccole che poco o nulla danno a questa frazione. Quello che c’è stato continua ad esserci così come gli eventi tradizionali quali ad esempio le Fiere (Sfilate) dei Cavalli, ma gli stessi sono interamente organizzati da privati cittadini che spendono tempo e denaro per amore del proprio territorio. In tutto questo notiamo però la totale assenza di politiche che mirino allo sviluppo del territorio, di progetti volti al miglioramento della qualità della vita dei cittadini, di azioni volte alla salvaguardia delle opere culturali, sicchè continuiamo a perdere finanziamenti pubblici di risanamento e riqualificazione. E a proposito di maschere, nella Grecia Antica era d’uopo oltre all’uso delle maschere, il “tinteggiare” il volto degli attori dando un’immagine si sé diversa dalla realtà. Ci sorprende sempre di più quanto Noha e l’Antica Grecia abbiano così tanti elementi in comune, come le maschere e le tinteggiature [per l’appunto]. È sotto gli occhi di tutti l’opera di questi giorni che vede protagonista l’Ufficio comunale in Via Calvario. Fanno bella mostra di sé i Santi Pietro e Paolo e una graziosa ragnatela (simbolo del tarantismo), un connubio tra sacro e profano su uno sfondo azzurro altamente discromico. Ci preme ricordare come tutto ciò, pur mantenendo il rispetto che si deve, non appartiene a Noha in quanto la stessa conserva e custodisce gelosamente le sue tradizioni, i suoi simboli, i suoi costumi. Perché dare ad un territorio un’immagine che non gli appartiene? Noha da sempre è considerata la Città dei Cavalli, delle distillerie di Brandy, delle colonie messapiche e ci fa specie pensare che quei murales sono il risultato di un finanziamento regionale di 40.000 euro (ottenuto non da questa Amministrazione, ovviamente!). Occorrerebbe, dal nostro punto di vista, lavorare per tutelare l’identità attraverso una azione amministrativa attenta, prossima ai bisogni della gente e che abbia visione di futuro; ciò che continuiamo a notare però, è il maldestro tentativo di fornire un’immagine che diverge completamente dalle aspettative di quanti abitano Noha. Non sarebbe il caso di essere più che apparire?
Michele Scalese
Segretario Circolo PD - Noha
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