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Consigli per letture estive n°5
Di Albino Campa (del 25/07/2011 @ 08:59:32, in Letture estive, linkato 3015 volte)

Il mastino dei Baskerville sino a qualche giorno fa giaceva del tutto ignorato nella sotto-sottocategoria “LIBRI DIMENTICATI” della mia libreria. Ad essere sinceri era già da qualche mese che aveva raggiunto questa nuova posizione, dopo aver transitato inconsapevolmente per “LIBRI IN LETTURA”, “LIBRI IN STAND BY”, “LIBRI DA LEGGERE” e da ultimo “LIBRI DA LEGGERE SENZA FRETTA”. Poi domenica mentre cercavo di togliere un po’ di polvere e cambiare per l’ennesima volta la disposizione dei libri negli scaffali – è un’operazione che tendo a ripetere più volte durante l’anno – mi sono accorto che il vecchio Holmes sonnecchiava, sicuramente con immenso disappunto, tra i libri che in genere ripongo nell’angolo inferiore sinistro della libreria nascosto da una poltrona, libri che mi sono stati regalati da persone che non erano al corrente dei miei gusti letterari oppure che ho comprato perché stupidamente attratto dal titolo o dalla copertina.

Ho cercato quindi di sfilarlo con delicatezza, poi sono stato costretto ad usare la forza per sottrarlo alle morbose attenzioni di un libro di Fabio Volo e uno sull’antica saggezza vedica. Sono sprofondato sulla poltrona e sfogliandolo sono stato assalito oltre che da un nuvolone di polvere, anche da una ventata di ricordi. Il mastino dei Baskerville che ho tra le mani, infatti, è stato acquistato da una bancarella di libri usati, è una vecchia edizione BUR introdotta da una stupenda indagine preliminare in forma di dialogo di Fruttero e Lucentini, con illustrazioni di Sidney Paget,  pagine ingiallite zuppe d’umidità e un cattivo odore. E ora il ticchettio delle pagine che scorrono sull’impronta del pollice della mia mano sinistra mi porta con la memoria indietro nel tempo e con la vista al reparto “LIBRI LETTI”, dove ritrovo con piacere il mio primo acquisto in libreria: Uno studio in rosso di Arthur Conan Doyle. Lo leggo, quindi, seduto su quella stessa poltrona; mi bastano due ore per arrivare alla fine dell’indagine e accorgermi che in realtà la vicenda raccontata non è il massimo dell’originalità e della bellezza, ma sicuramente nella mia mente rimarranno per sempre impressi luoghi, paesaggi e personalità di personaggi caratteristici dell’epoca vittoriana. I colpi di scena non mancano, la spiccata capacità intuitiva di Sherlock Holmes non vi lascerà indifferenti e sarà impossibile resistere alla tentazione di indicare il colpevole dei delitti. La narrazione fluente e ricca di descrizioni vi permetterà di metter su in breve tempo la vostra scenografia: vi sembrerà di attraversare di notte le stanze buie del misterioso castello della famiglia Baskerville al fianco di Watson e di attraversare la spettrale brughiera in cerca dell’assassino.

Avete poche informazioni a vostra disposizione (in realtà saranno molti i dettagli che contribuiranno alla soluzione del caso): le due persone assassinate nella storia non mostrano segni di colluttazione, né portano ferite sul corpo; la morte sopraggiunge la prima volta per un attacco di cuore, la seconda per una caduta. La cosa certa è quindi che entrambi i personaggi fuggivano da qualcosa o qualcuno. Altro elemento che potrà tornarvi utile: nella brughiera si racconta che una strana leggenda perseguita la famiglia Baskerville, si parla di un enorme e orrendo cane, forse un mostro o un fantasma, comunque qualcosa di soprannaturale che non convince affatto l’Holmes di Doyle, personaggio troppo intelligente per star dietro alle credenze popolari.

Non aggiungo altro, se non che il colpevole si saprà solo nelle ultime pagine e i dettagli del caso saranno snocciolati nell’ultimo capitolo per bocca dello stesso Holmes.

Michele Stursi

Il mastino dei Baskerville, Arthur Conan Doyle, BUR Biblioteca Univ. Rizzoli, pp. 276, € 7,90