"Ecco il racconto della Genesi di Noha, che secondo la "Cosmogonia" di Marcello D'Acquarica sarebbe nata dalle 'gocce di sudore di Dio', 'gocce di vita', allorchè, crea, proprio nel cuore del Salento, un giardino rigoglioso, degno dell'Eden: Noha, il paese bello anche quando fa brutto tempo."
Genesi
Dal primo racconto della Creazione.
In principio Dio creò il cielo e la terra…Così ha inizio il primo racconto della creazione del mondo riportato in “Genesi”, il primo dei cinque libri del “Pentateuco” dell’Antico Testamento.
Dopo racconta come Dio fece ogni cosa e come portò a termine la Creazione:
“Così furono portati a compimento il cielo e la terra e tutte le loro schiere. Allora Dio, nel settimo giorno…”.Continua dicendo che nel settimo giorno Dio si riposò, ma non venne riportato che per piantare il giardino in Eden, a Oriente, si accomodò, volgendo necessariamente le spalle al barbarico nord, in quel area che oggi si identifica nel nostro mar jonio, e più esattamente, in quello che sarebbe stato successivamente il Golfo di Taranto. Cosicché alla sua destra (essendo il Signore destro così come noi umani, fatti a Sua immagine),
dove vi è ora la Calabria, durante la Creazione della Sua opera, lasciò cadere la maggior parte del Materiale che risultava in esubero. Alla Sua sinistra lasciò cadere un po’ di Materiale che riteneva potesse recuperare per eventuali lavori di aggiustamento. Così, magicamente, nacque il Salento.
Sul racconto Biblico non è stato riportato neanche quanto di seguito Vi racconterò ma che può ritenersi altrettanto attendibile (si fa per dire):
-durante la piantagione dell’Eden, forse mentre con la mano sinistra si toglieva il sudore dalla fronte, lasciò cadere sulla zona centrale di quello che sarebbe diventato il Salento, delle piccole “
gocce di Vita”… sono queste le fondamenta di Noha.
Infine, casualmente, vi volse anche lo sguardo e, con Sua stessa Immensa sorpresa, si accorse di aver Creato un altrettanto eccellente e meraviglioso Paradiso Terrestre. Ed esordì così:
“ Ma cuarda bidi c’è ngraziatu! Quasi quasi mi lu tegnu de riserva”. E così fu! Lo tenne di riserva.
Noi tutti sappiamo come prosegue il racconto Biblico… Adamo ed Eva disobbedirono alla Legge e per questo vennero cacciati dall’Eden, che, rimasto incustodito, finì per diventare quello che oggi è la terra d’Oriente martoriata da tanta discordia.
Intanto nel Salento, e più esattamente in quel area che oggi possiamo identificare in Noha e dintorni, quelle piccole
gocce di vita, proliferarono e si riprodussero aiutati dal Signore che, a Loro stessa protezione, concesse il Suo Arcangelo migliore:
San Michele.
Per tutti i secoli a seguire, gli uomini, le donne ed i bimbi di questo posto benedetto, sottomessi e devoti al loro Santo Protettore, vissero in pace ed armonia, coltivando la terra, costruendovi case e Masserie, due Chiese ed un Castello con tre torri, e nutrendosi di quello che la generosità della natura stessa offriva.
Nel frattempo in Cielo era successo un gran “
casino”: alcuni Angeli, servitori di Dio, si erano ribellati al Signore e Questi, per punizione li scacciò per sempre dal Cielo. Poveri Diavoli! Dove potevano andare? Alcuni di loro, si sa, trovarono rifugio sulla terra.
Ovviamente questi Angeli disubbidienti, per non farsi riconoscere dalla gente comune, si trasformarono in altre forme viventi del Creato: alcuni in persone cattive, altri in animali delle più variate specie.
E, come si suole dire: “
quando il diavolo ci mette la coda”, uno di loro andò a finire proprio in un posto nei pressi di Noha, esattamente a due chilometri più a nord, dove praticamente, sorgerà la Galatina attuale.
Quel angelo che purtroppo ci riguarda, si camuffò in civetta, all’apparenza un rispettabilissimo uccello notturno ma di fatto, per la sua vorace ingordigia, il peggiore di quei disperati cacciati dal Cielo.
Le persone dei paesi intorno non si accorsero della sua presenza fino a quando, un bruttissimo giorno dell’anno 1811 (vd. La storia di Noha a pag.293), l’angelo disubbidiente travestito da civetta, cosi come fa il camaleonte per catturare le sue prede, si trasformò fulmineamente in Gazza Ladra (la Ciola), e come si addice all’istinto di tale uccello, fu attratta morbosamente dai gioielli dei Nohani ignari, che si ritrovarono ben presto poveri in canna e senza più né case né terre. Da allora e per sempre la rapace Civetta abusò di ogni Loro bene per il proprio insaziabile egoismo. Ai suoi seguaci, a causa della loro ingordigia, crebbero le "garze larghe"sotto cui nascondono i beni sottratti con l’inganno ai Nohani. Quello che la Civetta indiavolata non seppe mai sopprimere fu però la dignità di popolo indipendente che arde ancora forte nei cuori di tanti Nohani.
Dedica:
Affinché nella gente di Noha si risvegli l’orgoglio di “
popolo” capace di gestire il proprio benessere. Così ha inizio il primo racconto della creazione del mondo riportato in “Genesi”, il primo dei cinque libri del “Pentateuco” dell’Antico Testamento.Dopo racconta come Dio fece ogni cosa e come portò a termine la Creazione: Continua dicendo che nel settimo giorno Dio si riposò, ma non venne riportato che per piantare il giardino in Eden, a Oriente, si accomodò, volgendo necessariamente le spalle al barbarico nord, in quel area che oggi si identifica nel nostro mar jonio, e più esattamente, in quello che sarebbe stato successivamente il Golfo di Taranto. Cosicché alla sua destra (essendo il Signore destro così come noi umani, fatti a Sua immagine), dove vi è ora la Calabria, durante la Creazione della Sua opera, lasciò cadere la maggior parte del Materiale che risultava in esubero. Alla Sua sinistra lasciò cadere un po’ di Materiale che riteneva potesse recuperare per eventuali lavori di aggiustamento. Così, magicamente, nacque il Salento.Sul racconto Biblico non è stato riportato neanche quanto di seguito Vi racconterò ma che può ritenersi altrettanto attendibile (si fa per dire):-durante la piantagione dell’Eden, forse mentre con la mano sinistra si toglieva il sudore dalla fronte, lasciò cadere sulla zona centrale di quello che sarebbe diventato il Salento, delle piccole “”… sono queste le fondamenta di Noha.Infine, casualmente, vi volse anche lo sguardo e, con Sua stessa Immensa sorpresa, si accorse di aver Creato un altrettanto eccellente e meraviglioso Paradiso Terrestre. Ed esordì così: E così fu! Lo tenne di riserva.Noi tutti sappiamo come prosegue il racconto Biblico… Adamo ed Eva disobbedirono alla Legge e per questo vennero cacciati dall’Eden, che, rimasto incustodito, finì per diventare quello che oggi è la terra d’Oriente martoriata da tanta discordia.Intanto nel Salento, e più esattamente in quel area che oggi possiamo identificare in Noha e dintorni, quelle piccole, proliferarono e si riprodussero aiutati dal Signore che, a Loro stessa protezione, concesse il Suo Arcangelo migliore: . Per tutti i secoli a seguire, gli uomini, le donne ed i bimbi di questo posto benedetto, sottomessi e devoti al loro Santo Protettore, vissero in pace ed armonia, coltivando la terra, costruendovi case e Masserie, due Chiese ed un Castello con tre torri, e nutrendosi di quello che la generosità della natura stessa offriva.Nel frattempo in Cielo era successo un gran “”: alcuni Angeli, servitori di Dio, si erano ribellati al Signore e Questi, per punizione li scacciò per sempre dal Cielo. Poveri Diavoli! Dove potevano andare? Alcuni di loro, si sa, trovarono rifugio sulla terra.Ovviamente questi Angeli disubbidienti, per non farsi riconoscere dalla gente comune, si trasformarono in altre forme viventi del Creato: alcuni in persone cattive, altri in animali delle più variate specie.E, come si suole dire: “”, uno di loro andò a finire proprio in un posto nei pressi di Noha, esattamente a due chilometri più a nord, dove praticamente, sorgerà la Galatina attuale.Quel angelo che purtroppo ci riguarda, si camuffò in civetta, all’apparenza un rispettabilissimo uccello notturno ma di fatto, per la sua vorace ingordigia, il peggiore di quei disperati cacciati dal Cielo.Le persone dei paesi intorno non si accorsero della sua presenza fino a quando, un bruttissimo giorno dell’anno 1811 (vd. La storia di Noha a pag.293), l’angelo disubbidiente travestito da civetta, cosi come fa il camaleonte per catturare le sue prede, si trasformò fulmineamente in Gazza Ladra (la Ciola), e come si addice all’istinto di tale uccello, fu attratta morbosamente dai gioielli dei Nohani ignari, che si ritrovarono ben presto poveri in canna e senza più né case né terre. Da allora e per sempre la rapace Civetta abusò di ogni Loro bene per il proprio insaziabile egoismo. Ai suoi seguaci, a causa della loro ingordigia, crebbero le "garze larghe"sotto cui nascondono i beni sottratti con l’inganno ai Nohani. Quello che la Civetta indiavolata non seppe mai sopprimere fu però la dignità di popolo indipendente che arde ancora forte nei cuori di tanti Nohani.Dedica:Affinché nella gente di Noha si risvegli l’orgoglio di “” capace di gestire il proprio benessere.
Marcello D’Acquarica