"L'articolo a firma di Antonio Mellone che vi proponiamo di seguito è tratto da "il Galatino", anno XL, n. 3, del 9/2/2007. Nell'articolo si discetta di alcune delle strade di Noha, ma soprattutto del senso civico che tutti (nessuno escluso: basta un pizzico di buona volontà) dovrebbero avere, onde far si che la qualità della vita a Noha sia tra le più alte nel mondo".
Le strade di Noha
Il cittadino di Noha che ha un esercizio commerciale in via Collepasso, oppure quello che ivi abita, ovvero chiunque dovesse semplicemente transitare o attraversare quella strada (ma il discorso potrebbe esser valido anche per altre arterie della cittadina) si trova di fronte ad un problema più o meno coscientemente avvertito: quello della sicurezza.
Dopo mesi di dissesto dovuti anche ai lavori per la fognatura nera, la via Collepasso (ma, invero, anche le altre) fu finalmente asfaltata nel corso del 2004. Il lavoro, tuttavia, non fu portato a compimento: manca infatti, ancora oggi, la segnaletica di terra, ed in particolar modo le strisce pedonali.
Ora c’è da sapere che a volte (non sempre: qualche barlume di urbanità sopravvive ancora nelle nostre contrade!) via Collepasso ha la parvenza di una pista di gara o di un tratto di circuito da gran-premio per auto o moto; le quali, già dentro il centro abitato, sovente sfrecciano in una direzione o nell’altra a velocità supersoniche. Sta di fatto che può capitare che per attraversare questa strada il pedone metta a repentaglio la sua incolumità: sicché grandi e piccoli, padri e figli, clienti di negozi ed altri cittadini, pur prudenti, sono costretti ad attraversare via Collepasso - magari diverse di volte al giorno – non senza raccomandarsi preventivamente l’anima al Padre Eterno.
In assenza dunque di rallentatori o di altra segnaletica il rischio per l’integrità delle cose e soprattutto delle persone è purtroppo reale.
In via Collepasso, proprio nei pressi dell’incrocio da qualche anno è stato piazzato anche un bel semaforo. Tuttavia codesto semaforo, a dispetto dei soldi pubblici spesi, (dopo, forse, soltanto il primo mese di utilizzo) oggi risulta perennemente spento; nemmeno il giallo sembra più lampeggiare.
E’ vero che a Noha non ci sono grandi problemi di traffico (e ci auguriamo che mai ce ne saranno) tali da obbligare l’uso di più d’un semaforo; tuttavia il funzionamento di questo apparecchio di segnalazione luminosa, (che comunque è già installato) servirebbe, se non altro, a far rallentare le corse dei piloti di turno, e quindi a far diminuire la probabilità delle disgrazie sempre in agguato.
Per prevenire gli intuibili sinistri paventati, per tutelare quindi in un certo qual modo la salute pubblica, non sarebbero necessari azioni o provvedimenti straordinari: invece sarebbe sufficiente intervenire quanto prima intanto con l’“accendere” il semaforo che già c’è; ed in secondo luogo facendo disegnare sull’asfalto più gruppi di strisce pedonali, e apponendo anche apposite barre rallentatrici, almeno fin dove è prospiciente l’abitato di Noha…
Ma forse, a pensarci bene, il rallentamento delle corse dei veicoli non è soltanto questione di strisce pedonali o di barre rallentatrici (cioè “forma”): è invece questione di civiltà (che è “sostanza”). Tuttavia da qualcosa bisogna pur partire: e lo si può fare da quella più facile, che è la “forma”; mentre la più efficace, ma infinitamente più difficile, rimane la “sostanza”.
L’educazione, il rispetto delle regole e della legalità, la correttezza e la serietà sono questioni complesse, di sostanza: senza le quali non basterebbero (né servirebbero) tutte le strisce pedonali del mondo e tutte le forze repressive o di polizia dotate dei più sofisticati marchingegni. L’educazione civica non spetta, o meglio, non è responsabilità esclusiva delle Istituzioni: ma di tutti, dal primo fino all’ultimo cittadino.
ANTONIO MELLONE