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Siamo aperti a tutte le famiglie
Di Albino Campa (del 30/04/2011 @ 00:00:00, in NohaBlog, linkato 3023 volte)

E’ il messaggio apparso sulla pubblicità effettuata da Ikea, l’azienda svedese che produce mobilio a basso costo, a Catania da oltre un mese. Lo slogan riporta, a completamento del testo, l’immagine di due ragazzi che si tengono per mano.

E’ risaputo che le aziende dedicano il fior fiore delle risorse e della genialità alla comunicazione visiva sfruttando l’effetto placebo che può generare nell’osservatore, difatti dalla buona riuscita del contenuto dell’immagine dipende il successo economico di quella stessa azienda. Di contro, da qualche anno a questa parte, siamo bombardati dalle più inattese parole e fatti di livello morale sempre più infimo da parte dei giornali, televisione e personaggi politici. Per cui quasi nulla ci meraviglia più e per attrarre la nostra attenzione (“nostra” in quanto consumatori e/o elettori) il guascone di turno non demorde nell’affermare le più strampalate bugie ritrattate in un continuo senza fine. Ultima quella sulla scelta del nucleare da parte del parlamento, in cui dichiara senza peli sulla lingua (tanto lui i peli li mette e li toglie alla bisogna), che la sospensione del progetto del nucleare in Italia è solo momentanea e che comunque serve soprattutto al governo (ministri assoldati e assoldante) per boicottare il Referendum popolare del 12 Giugno in cui c’è la pericolosissima (sempre e solo per il nostro Presidente del Consiglio) probabilità che gli italiani scelgano di non far passare il “Legittimo impedimento” e la Privatizzazione della gestione dell’acqua, oltre alla scelta del nucleare. Ma questa è un’altra storia, anche delle peggiori.

 Ma veniamo alla questione della “famiglia”, intesa dal punto di vista legislativo, sociale e comunque non religioso, altrimenti non basterebbe una tesi. L’attuale formulazione dell’art. 29 della Costituzione è il seguente: "La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio".
 Bisogna tener presente però che l’art. 2 della nostra Costituzione tutela "i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità".
 Quindi, essendo il diritto di avere una famiglia un principio inviolabile dell’uomo, e dato che la Costituzione all’art. 2 tutela i diritti inviolabili dell’uomo, al momento la legislazione italiana in materia di famiglia, oltre ad essere elusiva di una serie di trattati internazionali, di raccomandazioni e risoluzioni del Parlamento Europeo, è incostituzionale in quanto contraria all’art. 2 della stessa Costituzione.
 Chi crede nella famiglia, perciò, non deve cogliere oscenità offensive nel semplice atteggiamento di affetto fra due persone, anche se dello stesso sesso. Chi crede nell’amore e quindi nella famiglia, perché famiglia vuol dire amore e sacrificio in contemporanea, non deve contraddirsi accettando perfino di compiacersi nel servire un capo del governo che è all’esatto opposto della famiglia. Come ci si può sdegnare davanti ad una semplice immagine di una coppia poco usuale, immagine fra l’altro finalizzata al commercio, se poi non ci si preoccupa minimamente delle “orge-party” organizzate dai propri vicini di banco con cui si condividono idee e principi? E poi, caro onorevole Giovanardi, quanto vuoi che incida una minoranza così irrilevante di persone che sentono la sessualità in forma “diversa” davanti a milioni di persone cosiddette “per bene” (escluse quelle veramente per bene) che della famiglia hanno fatto e fanno un altare su cui immolare degli innocenti (i figli). Ogni occasione è buona per tirare in ballo la Costituzione, naturalmente per il solo e proprio tornaconto, in ultimo il suggerimento dell’on. Emilio Ceroni, quello di aggiungere sull'Articolo 1 della Costituzione che la Repubblica è fondata sul Parlamento, per far sì che il Parlamento divenga superiore agli altri organi costituzionali, quali il Presidente della Repubblica o la magistratura. A sentire il governo la causa di tutte le disgrazie italiane è dovuta alla Costituzione troppo vecchia e arroccata su di un caposaldo  occupato da una magistratura e da una Corte Costituzionale comunista (mi chiedo cosa si intenda oggi in Italia, con il termine “comunista”), semplicemente perché annulla le richieste di parte di una maggioranza al soldo del “califfo guascone”.
 Il fatto che il ministro abbia gridato allo scandalo per un messaggio che nessun altro aveva ancora notato, nonostante sia rimasto esposto al pubblico per oltre un mese, fa venire il dubbio che forse la cosa sia dovuta all’approssimarsi della campagna elettorale e quindi per guadagnare una manciata di voti nel mondo cattolico. Inoltre bisogna sapere che “il governo di cui l’on. Giovanardi è parte attiva, diminuirà di 10 volte il Fondo delle politiche per le famiglie nel corso dei prossimi anni, portandolo dai 346 milioni di euro del 2008 ai 31 milioni per il 2013” (notizia riportata sul quotidiano “la Repubblica” del 24 Aprile c.a.).
 Chi fa più scandalo secondo voi? Due persone che si amano o dei ministri che rubano (vedi per esempio l’episodio Scaiola) e che fornicano con delle minorenni apertamente e senza vergogna?
 Sarà per caso che l’incoerenza cavalcata dal Presidente del Consiglio abbia scatenato il virus della “faccia da tola” in tutto il Parlamento?
 In conclusione, ministro Giovanardi, possiamo dire: “…ma da che pulpito viene la predica?”

Marcello D'Acquarica