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E diciamoglielo che è nudo!
Di Albino Campa (del 18/04/2011 @ 22:14:35, in Cultura, linkato 2988 volte)

Una cosa è certa: le fiabe non vengono intaccate dal tempo, hanno sempre qualcosa da insegnare, anche a distanza di secoli. La morale non invecchia, si adatta ai tempi, ne viene plasmata e modellata, ma non si dovrebbe lasciare condizionare facilmente.

Queste considerazioni sono il frutto di una rilettura del tutto casuale di una fiaba del grande scrittore danese Hans Christian Andersen dal titolo “I vestiti nuovi dell’imperatore”, autore tra l’altro anche de “La sirenetta”, “La piccola fiammiferaia” e “Il brutto anatroccolo” (solo per citarne alcuni). Man mano che leggevo, realizzavo come tra quelle righe si nascondesse una agghiacciante attualità, direi quasi alla pari (solo per attualità, ci tengo a precisare) di articoli, commenti e opinioni sciorinati a volontà su giornali e TV. A differenza di questi però un significato c’è, ed è intenso, profondo, libero da qualsivoglia pregiudizio e interesse personale, scevro da qualsiasi influenza politica (impossibile direi ai tempi nostri, poiché o ti schieri da una parte o a classificarti penseranno gli altri).

Di seguito vi propongo un video ripescato dall’archivio storico della RAI, ovvero la lettura e interpretazione della fiaba di Andersen da parte del regista e attore italiano Vittorio De Sica.

Il collegamento ai tempi moderni italiani è spontaneo, facile e inevitabile: quel re nudo che sfila impettito tra la folla facendo finta di niente, pur di mantenere un certo decoro, è l’immagine effimera del potere italiano. E quando dico potere non mi riferisco solo alla sommità della piramide, non occorre andare al solito così lontano: rimaniamo nella nostra città, nelle aziende del nostro territorio, nella scuola del nostro paese… quanti sono i re nudi che sfilano per le nostre strade ogni giorno? Quanti quei sudditi (cittadini) che fanno finta di nulla, che non partecipano alla vita politica, che pensano di tirarsi indietro delegando il politico di turno con il loro voto (il più delle volte barattato), che non esprimono il proprio pensiero per paura di essere considerati stupidi e incapaci? Quanti quei funzionari, politici e impiegati che sfilano in coda ai loro re e li assecondano e annuiscono sempre e sono disposti a tutto, anche all’umiliazione, pur di apparire e rimanere in prima fila tra le glorie del sultano?

Ah, bisogna proprio ritornare ad essere bambini per aprire una volta per tutte i nostri occhi e non fare come i grandi che si nascondono dietro un dito pur sapendo che non ci stanno!

Immagine: Il re è nudo di Licia Lucchese
Michele Stursi