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I NEGAZIONISTI DEL PENSIERO
Di Fabrizio Vincenti (del 04/09/2020 @ 08:33:06, in NohaBlog, linkato 1324 volte)

Tutto d’un tratto la storia cambia direzione, come uno sciame d’api in mezzo a un campo. È difficile coglierla sul fatto”. Così scriveva André Frossard in un suo libro che diedi in prestito e che da allora non è mai più tornato indietro. Aveva un nemico pubblico quel libro: il comunismo. State lontani da tutto ciò che termina in – ismo: fascismo, socialismo, razzismo. Gli – ismi uccidono spesso il corpo, quasi sempre lo spirito. Non sono leggende del passato: guardatevi intorno, sono tornati!

La storia ha cambiato direzione, o meglio, qualcuno ha voluto che la cambiasse ancora una volta, ma sempre in peggio. Siamo già in una new age fascista, solo che non ve ne siete accorti e io non capisco ancora cosa vi occorra per farlo. Poiché se pensate che fino a quando qualcuno non bussa alla vostra porta con il fucile in mano non si può parlare di fascismo, allora sappiate che state commettendo un errore di valutazione colossale. Siete in pericolo, tutti! Potrete anche salvarvi la pelle, ma lo spirito signori miei quello no! Ve lo hanno già internato in un campo a marcire. Tutto comincia quando nessuno è più libero di pensare, ma tutti devono obbedire. C’è qualcuno che oggi pensa di esere libero di pensare e di esprimersi? No, assolutamente no. Infatti, o si pensa e ci si esprimi secondo “il partito” oppure sei bollato. Come una fake news. Questa è la nuova espressione, coniata dal regime. Invertendo i fattori, hanno addirittura scomodato un termine che solo a sentirlo crea tremore: negazionisti. Era stato utilizzato per definire quelli che negano l’esistenza dei campi di concentramento. Oggi lo utilizzano per marchiare chi solo osa dire qualcosa contro il partito. Ci siete ricascati, e non ve ne siete accorti.

Non puoi manifestare, non puoi avvicinarti a qualcuno, devi sempre avere paura dell’altro in modo che tutti possano avere paura di te. Hanno sospeso tutto, le cure, le visite mediche, addirittura la scuola. Hanno estirpato col sorrisetto la filosofia dalle aule in modo che nessuno scopra quanto è bello e interessante e vitale pensare, e l’hanno sostituita con i banchi con le rotelle. I banchi con le rotelle! Neanche Benito aveva avuto una fantasia simile. Non puoi muoverti, non puoi viaggiare, non puoi restare, non puoi lavorare, non puoi parlare, non puoi neppure fare le smorfie dietro la tua mascherina. Tu non puoi e basta, e ti ostini a ridere davanti a chi ti mette in guardia dal regime? Fra qualche giorno per muoverti dovrai avere un passaporto vaccinale. Saranno loro a dirti che cosa devi iniettarti e dove puoi andare.

Neanche la fame nel mondo fa più notizia, figuriamoci le acquasantiere vuote che negli anni avrebbero potuto far diventare la lebbra una pandemia. Salutatevi col gomito ed evitate di parlarvi. Evitate i luoghi affollati, insomma non state insieme, passate il tempo sui vostri smartphone a scorrere col dito i video su tiktok. Poi accendete la televisione e assumete la vostra dose di eroina: una becera disinformazione fatta solo di bollettini di un’idiozia inaudita che riportano numeri senza alcun senso. Sono aumentati i positivi e diminuiti i tamponi, crescono i guariti, calano i decessi per poi ribaltare tutto il giorno dopo e così via, per mesi e mesi. E il tempo passa mente i vostri figli non vanno a scuola, voi non lavorate, non vi curate, non parlate, non pensate, non ragionate.

Ogni –ismo ha una radice comune: la paura. Voi dovete essere terrorizzati e vi dovete terrorizzare a vicenda per facilitare il loro lavoro. Vi denuncerete a vicenda, vi scannerete a vicenda perché questo è quello che vogliono. Darete la colpa prima ai cinesi, poi a Trump, poi ai negazionisti, poi ai barconi di migranti, poi ai no-vax, poi ai giovani, poi ai bambini delle scuole. Darete la colpa a tutti pur di non accettare il fatto che la colpa è vostra perché siete voi che avete abdicato alla facoltà di pensare e ragionare, come quello che solitario, a mille metri d’altezza, corre in salita su per la montagna con la mascherina indossata, per paura che gli abeti possano infettarlo. E così vi hanno convinto. Non serve pensare perché c’è già qualcuno che sta pensando per voi: siete voi i colpevoli, come postano quegli infermieri irriconoscibili, mascherati di tutto punto, che tempo fa sigillavano con il nastro adesivo gli spifferi delle porte dov’erano i degenti. E così, mentre voi lasciavate fare agli altri, i vostri nonni morivano soli nelle case di cura abbandonati, i vostri morti inceneriti chissà dove, le vostre visite mediche rimandate a chissà quando. Tutto perché ieri ci sono stati quattro presunti morti di coronavirus e due giorni fa ne sono stati tre. Che ogni giorno muoiano più di seicento persone di tumore non importa a nessuno, né che ogni giorno ne muoiano altrettante di malattie cardiovascolari. È scomparsa dalla scena la violenza sulle donne, il bullismo, gli omicidi di mafia, la disoccupazione diffusa, l’inquinamento ambientale, tutto volatilizzatosi improvvisamente nel terrore di un contagio. Una volta c’erano i giornalisti, quelli che scovavano la notizia annidata sotto un doppio strato di omertà. C’erano quelli che su un foglio riordinavano tutti gli elementi per ricostruire la trama e raccontare la realtà così come essa è. Oggi, questi che si definiscono giornalisti ma che io non chiamerei neppure scrivani, non fanno altro che copiare ed incollare da mattina a sera comunicati stampa. Imbecilli, c’è modo e modo di sbarcare il lunario!

Settembre è iniziato e la D’Urso freme per spiegarvi come lavarvi le mani e togliere una mascherina in modo corretto. E se questa storia dovesse andare avanti per un paio d’anni ancora? Cosa faremo? Continueremo ad entrare uno alla volta in farmacia? Diremo ai bambini di tenere la mascherina tutto il giorno altrimenti la maestra mette la nota? Staremo sugli autobus non più di quindici minuti, pronti a fermarci ogni due chilometri e poi scendere tutti giù? Approveremo ogni escremento di legge poiché siamo sempre in emergenza? Rimanderemo i nostri battesimi, le cresime, i matrimoni a data da destinarsi? Cosa dobbiamo fare?

Il problema oggi è che c’è qualcuno che pensa che, se siamo in queste condizioni, è per colpa del coronavirus, che nel novanta percento dei casi non fa sorgere neppure un sintomo. Hanno incolpato un virus per giustificare vent’anni di malaffare nella sanità, nell’istruzione, nel comparto pubblico, nell’economia e nella finanza. Hanno trovato un capro espiatorio che voi ritenete più che valido per privarvi di tutto, anche dell’aria che una volta respiravate. E voi continuate ad osannare chi “ha gestito al meglio la situazione”? A mio avviso andrebbero tutti sottoposti a processo ma da una giustizia degna di questo nome.

Fabrizio Vincenti