A proposito di “Ambiente” cominciamo a pensare che sia diventato uno dei tanti stereotipi per friggere aria, cioè aria fritta. In buona sostanza ci stiamo abituando a vivere nella sporcizia.
Infatti più se ne parla e più il disastro ambientale aumenta. Siamo parlando del consumo di territorio perpetrato dalle concessioni per l’urbanizzazione e relative colate di cemento senza mai pretendere un reso, vale a dire senza mai andare a verificare la percentuale di case abbandonate e decadenti in cui nessuno più vi abita ma che stanno degradando e permeabilizzando il territorio. Così non viene chiesto alcun reso agli utenti dei materiali plastici per attività sia agricole che di altro tipo, non viene chiesto il reso di nulla ma solo concessioni per altre montagne di materiali inquinanti che soffocano l’aria, la terra, l’acqua e la salute degli esseri viventi, e cioè il nostro benedetto “Ambiente”. Non c’è un freno che renda sostenibile il rapporto fra consumato e consumabile. Di questo passo non avremo futuro. Intanto i rifiuti, che fra l’altro compriamo grazie alla grande distribuzione, aumentano sempre più e insieme ad essi gli sprovveduti che pensano di disfarsene gettandoli per la strada.
E’ tutto cosi rapido il degrado che non c’è più nemmeno il tempo per pensare che è già arrivata una nuova epidemia, che si chiami xilella fastidiosa o Covid - 19.
Quindi abbiamo deciso di non stare soltanto a guardare e a lamentarci e che perlomeno fuori dalla nostra porta di casa, la nostra bella casa linda e pulita, non vogliamo più avere lo sporco. E qui mi riferisco esattamente a tutto quello che vedete anche voi ai bordi delle nostre vie, sui nostri marciapiedi, nelle nostre campagne, insomma ovunque dove noi viviamo. Dite che la cosa non è di nostra competenza? Che è qualcun altro che si deve prendere carico di pulire e magari di punire gli sporcaccioni?
Certo, sarebbe anche ora che in ogni assemblea consiliare e legislativa del nostro Comune di Galatina, per esempio, e di tutti quelli del resto del mondo, venisse posta al primo posto all’ordine del giorno, la questione ambientale, dovrebbe cioè diventare prioritaria. E soltanto dopo aver messo in sicurezza la salute degli esseri viventi e dell’Ambiente, preoccupandosi della salvaguardia del verde esistente, di impiantarne del nuovo, di punire chi inquina, solo allora preoccuparsi del resto.
Domenica 30 agosto, in poche ore, oltre duecento persone, iscritte in trentuno associazioni e organizzate dal C.A.S. (il neonato Coordinamento Ambientale Salento) lo hanno già iniziato a fare, anzi abbiamo iniziato a fare, perché c’eravamo pure noi di “NoiAmbiente Beni Culturali di Noha”. Sono stati rimossi ben 500 sacchi di rifiuti vari, soprattutto bottiglie di vetro e di plastica, nel tratto di costa che va da Gallipoli a Lido Conchiglie. E tutto questo con il coinvolgimento dei Comuni interessati.
Speriamo che gli amministratori dei Comuni salentini, si rendano conto che occorre iniziare a lavorare sul serio contro questo malcostume, che è necessario attuare delle azioni per prendere in fragrante i colpevoli, occorre far rispettare le leggi sulla prevenzione degli incendi. Siamo stanchi di respirare i fumi tossici dei rifiuti che ardono e mangiare plastica liofilizzata sparsa nei campi e quindi negli alimenti. Dite che siamo in pochi e non riusciremo a far cambiare questo stile di vita errato? E se tutti per assurdo ci impegnassimo a darci una mano?
Di seguito l’elenco delle Associazioni e gruppi di volontari che hanno partecipato sotto la rappresentanza del C.A.S.
Direttivo di NoiAmbiente e Beni Culturali di Noha