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Non siamo soli Gesù è con noi - III domenica di Pasqua - 26 aprile 2020
Di Redazione (del 26/04/2020 @ 06:59:55, in "Il Vangelo della Domenica" di don Francesco Coluccia, linkato 1581 volte)

 

Carissimi Fratelli e Sorelle,

oggi Gesù si presenta a noi nel gesto dello «spezzare il pane» così ricco e denso di significato per le prime generazioni cristiane tanto che l’Eucaristia fu chiamata per molto tempo «frazione del pane». Gesù intende farsi incontrare dapprima nella sua Parola che riscalda il cuore, fa ritrovare la speranza ed il senso della vita e poi nell'Eucarestia segno permanente della sua presenza. Gesù in questi giorni ci sta scaldando il cuore con la sua Parola per prepararci ad un nuovo ed entusiasmante incontro nell'Eucarestia. Ascoltiamo il Vangelo nel quale incontriamo Gesù.

26 aprile 2020

Dal Vangelo secondo Luca (24, 13-35)

Ed ecco, in quello stesso giorno [il primo della settimana] due dei [discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo.
Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto».

Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.

Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano.

Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».

Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

 

Meditiamo ora la Parola ascoltata

Il Vangelo di oggi è un pochino il riassunto di tutto il Vangelo. Il Vangelo cominciava, se ricordate, con l’annunciazione a Maria, che è come una prefazione che ci spiega cosa avviene in noi se ascoltiamo la Parola. Avviene come a Maria. Se ascoltiamo la Parola e diciamo il nostro sì a Dio, la Parola si fa carne in noi, noi diamo vita a Dio ed Egli diventa nostra vita. Quindi all’inizio il Vangelo dice cosa capiterà leggendo il Vangelo: La Parola si incarna in noi.

Nei discepoli di Emmaus, infatti, il vangelo ci aiuta a leggere e a riconoscere ciò che è capitato. Credo che qualcuno di voi in questi giorni sia rimasto deluso perché non riusciamo a spiegare come è avvenuta la resurrezione. Ma se l’avessimo spiegata, avremmo detto una bugia perché gli apostoli non l’hanno vista; hanno visto il Risorto, quindi non raccontano come è risorto. Raccontano come lo hanno visto e che il sepolcro era vuoto. E loro hanno visto Gesù, ci hanno mangiato insieme, l’hanno riconosciuto perché lo avevano già conosciuto prima e quindi non dubitano.

Ora il problema è che noi non lo abbiamo visto; abbiamo il loro racconto, come quasi tutto quello che noi sappiamo non lo abbiamo visto o fatto noi, anche il vostro orologio, una carta tra le mani, un video, un tavolo, anche i miei occhiali, tutto ... non l’ho fatto io, non l'abbiamo fatto noi, l’hanno fatto altri. E come faccio a sapere come è fatto? Se loro mi spiegano e io, a mia volta, attraverso la loro spiegazione, faccio la stessa esperienza, ecco che si ripete: io faccio la loro stessa esperienza. Per cui loro mi raccontano la loro esperienza e se io ripeto la loro esperienza e vedo che corrisponde alla mia, dico: È vero quello che hanno detto.

E tutto il Vangelo di Luca è scritto per Teofilo; per te che sei amico di Dio e comincia così, al primo capitolo, i primi quattro versetti, perché tu riconosca la verità di ciò che hai imparato.

E come si fa a riconoscere? Ecco, supponete un bambino che non ha conosciuto la mamma. Vede una donna che non sa che sia sua mamma, cosa capisce? Niente, è una donna qualunque, ma non è sua madre, non la può riconoscere.

Se poi vede quello che fa per lui e comincia a conoscerla e si accorge che lei ha molta tenerezza, molto affetto, molto amore e comincia a conoscere un poco quella donna per quello che è allora capirà che è sua madre.

Nel Vangelo non conosciamo Dio, da Adamo in poi nessuno lo conosce, siamo fuggiti da Lui per paura ed ecco che nel Vangelo si è mostrato nella carne di Gesù, si fa vedere. Poi si comincia a raccontare delle cose, quelle che fanno per noi e a ciascuno viene il sospetto: ma cosa sarà costui? Ma quando è che lo posso riconoscere? Quando l’altro, con la parola, gli dice: Guarda che tutte queste cose che io ho fatto e faccio per te è perché ti amo. E ti amo perché sono tuo Padre, tua Madre. Quindi è solo attraverso la parola che anche il figlio riconosce la madre; così noi vediamo attraverso il racconto chi è Gesù, chi è Dio nella sua carne e diciamo: è veramente interessante quello che fa, ma qual è il motivo profondo? Il motivo profondo è la sua passione per noi, il suo amore per noi. E questo ci fa capire chi è Lui e chi siamo noi e facciamo l’esperienza della nostra relazione con Lui. E ci riconosciamo suoi fratelli e figli del Padre. Analogamente il testo del Vangelo ce l’ha mostrato, ce l’ha fatto ascoltare, ce l’ha fatto conoscere.

Adesso ci rimane il problema: come faccio a riconoscerlo come il Vivente? Questo è il problema di Luca.

Bene, se incontro il fuoco, brucio, se incontro l’acqua, mi bagno, se incontro il Vivente, vivo e risorgo a vita nuova. E questo testo ci mostra il grande miracolo che avviene attraverso la lettura del Vangelo. Per noi che prima avevamo piedi che non camminavano, se non in direzione contraria; bocca che non parlava, se non per litigare; occhi che non vedevano, se non per vedere i nostri deliri e le nostre paure; orecchi che non sentivano, sordi alla verità perché otturati tutti dalle loro sensazioni; testa che non capiva, cuore raggelato dalla paura, nell’ascolto della Parola, tutto è cambiato. E se non è avvenuto? Il centro della Parola è sempre vedere la passione di Dio per noi non i nostri cambiamenti pur necessari: è questo ciò di cui si tratta in tutto il Vangelo, l'amore di Dio per me. Comincia a scaldarsi il cuore, comincia ad aprirsi l’orecchio, comincia ad aprirsi il cervello, a comprendere, e poi dopo si aprono gli occhi, lo riconoscono nello spezzar del pane. Cambiano i piedi, cambiano direzione al loro cammino, e la loro bocca servirà, invece che per litigare, alla fine per dire: Ma è vero che è risorto.

I discepoli tornano a Gerusalemme, come vedremo, e dicono: È risorto il Signore. E Pietro che l’ha visto dice: È certo che è risorto, anche noi l’abbiamo riconosciuto.

Questi due discepoli sono come noi che siamo chiamati a riconoscere la stessa esperienza di chi l’ha visto. Perché? Perché siamo risorti anche noi, avendolo incontrato. Quindi abbiamo incontrato il Vivente nella sua Parola che ci ha fatti passare dalla morte alla vita, dalla desolazione, dalla tristezza alla luce, alla gioia, alla comunione con gli altri.

Questo è l’effetto del Vangelo. La struttura di questo racconto inoltre, se notate, è la stessa struttura che ha la celebrazione eucaristica.

Cosa fa Gesù? Parla della Legge e dei Profeti, sono le prime letture della Bibbia, per spiegare che cosa? La Passione, che è il Vangelo. E poi allo spezzar del pane, finalmente si aprono gli occhi, quando si vede che tutte queste parole diventano pane e vita concreta. E ancora oggi noi incontriamo il Signore, come ogni persona, e lo riconosciamo attraverso quel che fa, prende e spezza il pane per noi.

Poi sparisce dalla nostra vista quasi a dirci: Mi incontrerai nel pane eucaristico dove sarò per te nutrimento, terapia d'amore e presenza costante.

Non siamo soli Gesù è con noi.

Don Francesco Coluccia