Ci sono molte cose del mio paese che mi inorgogliscono (non ci avrei altrimenti scritto un libro); altre, per fortuna non tante seppur gravi, che mi fanno provare non poca rabbia mista a vergogna.
Nell’un caso e nell’altro non riesco proprio a stare alla finestra, ma reagisco da par mio remunerando (o rendendo la pariglia, a seconda dei casi) con le parole: le quali non vogliono saperne di rimanere intrappolate nella tastiera del mio pc.
E così ho benedetto (etimologicamente s’intende) pasticcerie e rosticcerie, stilisti e blogger, botteghe e cannizzari, artisti, santi e poeti, insomma uomini e donne nohane che hanno contribuito alla bellezza e al genius loci di questo pezzo di geografia.
Questa pagina, dunque, s’aggiunge alle centinaia di altre plaudenti quel che di bello buono e importante riescono a fare i miei compaesani. E questa volta non posso non parlare degli amici Gianni e Serena De Ronzi, fratelli e figli d’arte: i Parrucchieri Mimì.
Senza nulla togliere agli altri coiffeur dei dintorni (che, sono certo, avranno un’ottica calvinista del successo), i Mimì continuano da tempo a essere conosciuti e apprezzati in tutta la provincia, ma anche fuori. Ne ho le prove.
Sarà per via della loro storia che affonda le sue radici nella seconda metà del secolo scorso, allorché mamma Mimina (che ci ha lasciati lo scorso aprile), prima parrucchiera di Noha, rompe gli schemi di una mentalità ancestrale tutta fatta di casa chiesa e - poco ci mancava - burqa per le donne; sarà per gli stupendi saloni, uno in via Collepasso, ricavato in uno dei palazzotti storici del borgo con tanto di volte a stella in pietra leccese, l’altro a Galatina, in viale Santa Caterina Novella, dove si respira un’atmosfera molto simile a quella della casa madre; sarà anche per quel pizzico di fortuna che non guasta mai.
Ma mica è solo questo. Assolutamente. È invece molto, molto altro ancora: sono i neuroni di questi due ragazzi in continuo travaglio; il loro gusto per il bello (che è sempre combinazione di claritas, integritas e proportio), non disgiunto da creatività e ovviamente talento manuale; la cura dei particolari (dal volume della musica, al tono di voce, al calore degli ambienti, all’illuminazione dei locali, alle estemporanee di pittura e scultura che spesso trasformano i suddetti due saloni in gallerie d’arte); il garbo, la preparazione e la capacità di ascolto anche da parte delle brave e giacché pure belle collaboratrici (senza validi colleghi non si è nessuno); lo studio costante della tecnica del taglio, e dei metodi del trattamento dei capelli e certo della cute. Non di rado i corsi di formazione sono tenuti da esperti tricologi, oltre che da maestri di acconciature e da altri specialisti del settore provenienti da tutta Italia, nell’adiacente Centro Polifunzionale Mimì, un’accademia a km0 (frequentata pure da numerosi altri parrucchieri salentini): quelle aule che ormai, oltre che sale studio, sono altresì luogo di convegni, concerti e teatro [anche il sottoscritto e i suoi compagni di lavoro ne hanno ultimamente usufruito per una follia teatrale di cui forse a breve verrà data notizia, ndr.].
E non è un caso che Serena e Gianni Mimì si affidino a consulenti di un certo spessore: mi riferisco all’agenzia di comunicazione Metropolitan Adv di Galatina, fatta da cultori della parola e dell’immagine, ragazzi davvero in gamba (lasciatevelo dire da un economista aziendale esperto del ramo), i quali non si limitano a una mera campagna pubblicitaria, ma vivono l’azienda diventandone, a proposito di squadra, un vero e proprio “dodicesimo uomo in campo”; per non parlare poi del Daniele Cutroni (danielecutroni.it) che qui è letteralmente di casa.
Insomma, guai a saltare una seduta dal parrucchiere. Come dall’analista, da Mimì costa meno e ti mette davvero la testa a posto.
Antonio Mellone