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Povero fiiiiglio
Di Antonio Mellone (del 27/04/2019 @ 16:04:53, in NohaBlog, linkato 1385 volte)

Da “Povero Silvio” a “Povero Figlio”. Da Antonio Cornacchione ad Antonio Mellone (le corna sue).

Sì, perché il coinvolgimento emotivo, il pianto a dirotto e la commozione (cerebrale), pur nel rispetto del copyright, sono sostanzialmente identiche a quelle che provava l’attore di Zelig nelle sue gag.

Ora vi spiego di cosa vado blaterando.

Qualcuno m’ha fatto notare un post Fb di qualche giorno fa, vergato probabilmente “di notte dopo le frenetiche giornate passate a Roma”, quando trova “il tempo per pensare” [non sarebbe meglio pensare di giorno, magari in aula?, ndr.], nel quale un pezzo grosso della politica nostrana, vale a dire un neodeputato del Movimento di Lotta e di Governo, si confessa al suo popolo evidenziando tutto il suo tormento, l’afflizione, che dico, lo strazio di vivere lontano da casa magari con quattro soldi, costretto com’è a lottare per i nostri interessi, “ridurre le distanze tra palazzo e cittadini”, e finalmente aiutare tutto il mondo, oppressi e oppressori.    

Povera stella. Anzi cinque.

E voi, ingrati che altro non siete, vi permettete pure di far calare i consensi nei sondaggi di Pagnoncelli?

Ma cosa vi salta in mente: lui è sceso in campo, e l’ha fatto per noi, pooveeroo fiiiglio [più di una lacrima imperla ora i miei occhi, ndr.]. Ma dico io: ma chi te l’ha fatto fare-e-e-e. Pane e vino non ti mancava. Eppure ‘sto governo di cose giuste ne ha fatte tante: solo che non riesce proprio a farlo sapere-e-e-e [pianto disperato, ndr.].

Ieri per esempio si sono sacrificati per noi, approvando alla Camera il decretino Centinaio, sìììì [sigh, sigh, ndr.], quello partorito nel gabinetto del ministro, e poi approvato all’unanimità dal Consiglio dei Sinistri: l’han fatto per noi, per la salvezza dei nostri ulivi. Mo’ con la scusa della Xylella per recuperarli sarà sufficiente eradicarli tutti e trasformarli in segatura, ma, attenzione, solo dopo aver ridotto il terreno come un campo da tennis in terra battuta grazie a diserbanti e pesticidi a go-go. Guardate che se qualcuno disobbedisce alle novelle grida manzoniane (Manzoni Piero, più che Alessandro), verrà randellato senza pietà: però con l’utilizzo dei polloni (altrimenti detti vinchi) di Favolosa F17, l’ulivo brevettato buono per il superintensivo-o-o-o [singhiozzo affranto, ndr.]. Così almeno potranno dire che utilizzano manganelli sostenibili.

Dai su, ma come fate a prendervela con questi uomini commoventi, che sono scesi in campo per noi e in cambio hanno ricevuto solo critiche e odio. Sì, va bene, avrebbero chiuso l’Ilva prima delle elezioni: ma PRIMA, mica DOPO-O-O  [altra lacrima sul viso: Bobby Solo mi fa un baffo, ndr.]. Ma c’è bisogno che ve lo dica io, o uomini di mondo, che il peggior governo è sempre quello in carica? Che questo, per comune intesa, è nato per essere il governo del cambiamento (climatico)? E che da Povero Silvio a Povero Figlio a Povera Ilva cambia poco?

I nostri Portavoce (uno vale uno, talvolta zero) si son battuti come leoni per trasformare la Politica dall’arte del possibile all’arte del combustibile (possibilmente fossile). Loro hanno bisogno di un sorriso, di affetto sincero, di una parola di amicizia che li incoraggi ad andare avanti su questa strada-a-a-a [piagnucolo costernato, ndr.].

E mi raccomando, siamo in campagna elettorale: mettetevi una mano sulla coscienza, non abbandonateli proprio ora, e fate vostro il loro slogan preferito: ONESTAP, ONESTAP.

Antonio Mellone