Questa slide è una parte del retro della nostra cartina di Noha. Le cartine in genere sono fatte per indicare i luoghi più importanti, quelli di interesse artistico, storico e culturale di un luogo. Ma nella nostra cartina noi abbiamo voluto indicare anche l’altra faccia della medaglia. La faccia del nostro modello di cosiddetto sviluppo. Un modello che parla da solo. Date voi stessi un’occhiata.
E’ una guerra che rischiamo di perdere. Ma si tratta di una guerra già persa se non proviamo almeno a far finta di lottare.
Alcuni risultati sono sotto gli occhi di tutti. Altri risultati sono sulle ecografie, sulle lastre dei raggi x, sulle risonanze magnetiche dei nostri amici e conoscenti.
I giornali parlano d’altro. A proposito di ulivi, ci dicono che “stassiccatuttu” (quando il vero “seccatutto” è quello disseminato nelle campagne per decenni). Parlano di emergenza Xylella, quando invece come vedremo la Xylella non è scientificamente dimostrato che sia la ragione del disseccamento degli ulivi. Ce ne parla sempre Ivano Gioffreda di Spazi Popolari.
L’area centrale del Salento, che è quella che include anche questa terra di Noha, è diventato un cluster di alta percentuale di patologie tumorali. Il cluster è uno spazio determinato in cui si concentra un determinato fenomeno.
Il nostro obiettivo è quello di riuscire a far passare l’informazione a tutti: donne, giovani, vecchi e bambini, nessuno escluso. Solo con l’informazione forse ci sarà un minimo di reazione da parte di una popolazione per troppi anni resa schiava da un’informazione che non informa, anestesizza.
Se non capiamo in quale aberrante meccanismo ci ritroviamo aggrovigliati, non saremo in grado di capire quanto ci uccide il nostro modo di coltivare la terra, di maltrattare la falda acquifera, di riempire l’aria di polveri cancerogene.
Tanto meno riusciremo a capire quanto ci uccide un inceneritore al posto di un cementificio, già di per sé molto pericoloso; quanto sia dannoso un gasdotto, tipo la TAP, che non ha alcuna ragione di esistere, tanto meno economica (se non quella strettamente finanziaria di una multinazionale svizzera e dei suoi sostenitori interessati); quanto una centrale a carbone sarebbe ormai da considerarsi archeologia energetica; quanto una campagna a tappeto sulle nostre teste di pesticidi (vedi il decretino Martina) non serva che ad arricchire i pochi e ammazzare i molti; e infine che una acciaieria fingerà di bonificare e invece raddoppierà la produzione di acciaio e relativi danni alla salute e alla storia, alla bellezza e all’economia di Taranto e dintorni.
Potrei continuare per secoli. Ma mi fermo qua, lasciando le parole a chi meglio di me saprà entrare nel merito di alcuni di questi temi per forza di cose soltanto da me accennati.
Il dr. Sergio Mangia (medico chirurgo) ci ha spiegato meglio come il tutto si ripercuote sulla nostra salute
E il nostro amico Ivano Gioffreda di Spazi Popolari, pioniere ed esperto in agricoltura senza l’uso di fitofarmaci ci ha invece illustrato il suo percorso di conoscenza e di contrapposizione al disseccamento degli ulivi.
Subito dopo abbiamo avuto il piacere di vedere insieme il documentario “Salviamo Madre Terra” del regista Andrea Pavone.
Anche se queste serate possono sembrare insignificanti in confronto alla gravità in cui ci troviamo, ci auguriamo che siano utili e che altri si uniscano a noi nella diffusione dell’informazione e delle buone pratiche.
M. D’Acquarica