\\ Home Page : Articolo : Stampa
DE MARTINO SCEGLIE GALATINA - La centralità di Galatina nel tarantismo
Di Redazione (del 17/08/2018 @ 14:05:47, in Comunicato Stampa, linkato 1262 volte)

Galatina riprende in mano la sua storia e lo fa partendo dalle radici del tarantismo.

Sabato 16 giugno, presso il museo civico “P. Cavoti”, si è tenuto il convegno sul tema del tarantismo dal titolo “Nei ri-morsi della storia”. Un tema caro alla città di Galatina, tenutosi in un luogo, il museo civico, che accoglie oggi tutto il materiale e le opere sul tarantismo in un viaggio che accompagna il visitatore in un passato colmo di fascino. Tra i vari illustri relatori era presente anche il professore Giancarlo Vallone, galatinese, il quale si pronuncia in tal senso: “Negli anni ‘60 il tarantismo era un fenomeno diffuso, c’erano o c’erano state numerose pratiche risanatrici in molti luoghi salentini e pugliesi. De Martino lo sapeva. Eppure viene a Galatina perché ritiene che qui ci siano i due elementi che lo interessano: da un lato il rito pagano, ossia la malattia del tarantato e il ballo risanatore (a Galatina, però, il letterato Arcudi dimostra che il risanamento avviene per sputo medicinale delle donne guaritrici e il ballo è solo un conforto o lenimento); dall’altro, l’inserimento del rito pagano nel rito cristiano, il cd. sincretismo: le tarantate vengono, ballano, soprattutto bevono l’acqua del pozzo, che è un succedaneo dello sputo femminile, ma la guarigione, nell’immaginario collettivo, e degli stessi malati, avviene ormai per grazia cristiana del santo, San Paolo, al quale nel frattempo sul sito antico del pozzo (già casa delle donne guaritrici, le Farina) era stata eretta una cappella. Tra l’altro, appartiene allo specifico galatinese, e al nesso Arcudi - De Martino, quello che si definisce l’elemento femminile del tarantismo: a Galatina vengono le tarante per essere guarite; ma qui vengono guarite da donne, da donne guaritrici che si tramandano il dono risanatore (lo sputo) di madre in figlia. Nel tarantismo Galatina ha una centralità culturale, sia in senso antropologico che in senso scientifico e la scelta di De Martino, uno dei più grandi intellettuali italiani del Novecento, non può passare inosservata”.

Il solco tracciato dal professore Vallone è condiviso dall’attuale Amministrazione Comunale che, sin dal suo insediamento, ha intrapreso la direzione che volge verso una prospettiva di studio del tarantismo, nello specifico del fenomeno galatinese, centro risanatore più importante del Salento. “Ripartire dalla propria storia – scrive il Sindaco di Galatina, Marcello Amante - significa conoscere appieno la coscienza della propria città, renderla consapevole della linfa antropologica, sociale e culturale che scorre ininterrottamente lungo i suoi vicoli. Troppo tempo Galatina è rimasta assopita, quasi timida di fronte ad un fenomeno, altrove, in continua ascesa. Galatina ha perduto sì la sua centralità mondana, ma mai quella socio-culturale.  I tempi sono maturi per ripartire: e lo faremo prima con uno studio dettagliato, scientifico e analitico del fenomeno non trascendendo assolutamente da De Martino. E’ a questo punto che si porranno, poi, le basi solide per uno sviluppo e una ricerca altra della bellezza del fenomeno”. “Vero è che esistono diverse storie del tarantismo, altri usi terapeutici, altre figure di guaritori o suonatori o di tarantate di altri luoghi del Salento”, continua sulla stesso versante l’Assessore alla Cultura, Cristina Dettù, “eppure Galatina è ontologicamente imprescindibile per tale fenomeno. Ora non le resta che rivendicare, in primis a sé stessa, il ruolo centrale che le spetta”.

Ufficio Stampa Marcello Amante