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La Vora di Noha (Fareambiente - Laboratorio di Galatina-NOHA)
Di Redazione (del 11/06/2018 @ 21:25:54, in NoiAmbiente, linkato 4611 volte)

Abbiamo cercato sulle mappe storiche e attuali il nome di questa Grazia della Natura, ma non esiste traccia. Nessuno ha saputo dirci come si chiama. L’abbiamo sempre chiamata “la Vora”. Però ora è necessario identificarla, perché le “vore”, in questi ultimi tempi di economia basata sui rifiuti, sono diventate molto importanti. Sono gli imbuti della falda acquifera e quindi è necessario proteggerli. Così d’ora in poi la chiameremo la Vora di Costantinopoli, in nome della vicina chiesetta, appunto dedicata alla Madonna di Costantinopoli.

Della Vora di Noha se ne è già parlato milioni di volte: in piazza, al bar, nei circoli, nelle case, per le strade, ecc. Se ne parla a volte come di un antichissima amica, una madre paziente che ha sempre salvato Noha e la sua popolazione da allagamenti e nubifragi.  Celebre è il famigerato “rutto” della vora.

Il rumore simile al rigurgito di un dinosauro che la vora ha fatto fino a qualche tempo fa, nel momento di inghiottimento del mare d’acqua che si riversava dentro la sua pancia. Oramai sappiamo tutti che al minimo cenno di un temporale, che duri anche solo dieci minuti, la vora, annega insieme a strade e campi.

E giù a imperversare contro il governo, contro quelli della bonifica, contro i vigili del fuoco, i diavoli e gli angeli, che non ci proteggono più. Già, fa comodo dare sempre la colpa all’utopistico nemico assente.

Noi  di Fareambiente non ci siamo preoccupati solamente per il panorama di paese alluvionato di cui godiamo ogni tanto, o dei disagi che gli allagamenti creano al territorio, no, ci siamo preoccupati delle voci che circolavano e circolano su cosa tutti questi strabenedetti diavoli hanno gettato nella gola carsica.

Qualcuno, si dice,  ha visto camion  scaricare nottetempo e per anni, liquami e cisterne di carichi sospetti. Si dice che siano spariti nella vora animali, parti di automobili e masserizie d’ogni tipo.

Ci siamo preoccupati del fatto che la falda da cui attingiamo acqua da bere o per irrigare le nostre verdure, possa essere avvelenata dai rifiuti che lentamente rilasciano nella vora le loro sostanze tossiche.

Oramai lo abbiamo capito tutti come funziona il drenaggio dell’acqua superficiale quando scivola nella falda che in questa zona è a 70 metri di profondità: non esiste filtraggio, l’acqua precipita e porta con sé tutte le porcherie che sversiamo sulla terra: rifiuti, olii residui di lavorazioni, pesticidi e diserbanti compresi. I laboratori di zona chiamati ad analizzare le acque dei nostri pozzi artesiani, consigliano di non berla, al massimo di usarla per innaffiare le verdure. Oramai lo sappiamo tutti che siamo all’osso, con nitrati, nitriti e cosette del genere, e che bene non fanno certamente alla salute. I medici dicono che a soffrire moltissimo per malformazioni e malattie, sono soprattutto i bambini. Il Salento, grazie alla nostra indifferenza, non è soltanto famoso per le sue belle coste, ma per essere diventato un “cluster” di patologie tumorali.

Oggi, grazie alla collaborazione dei volontari del GST (Gruppo Speleologico di Tricase) e con l’autorizzazione dei tecnici del Comune di Galatina, abbiamo scoperto che una fenditura  per lo svuotamento della vora, esiste ancora. Quindi non è completamente otturata. I volontari del GST, hanno individuato il canale da cui, anche se molto lentamente, l’acqua piovana fluisce nella falda. Per poterlo sgomberare dai rifiuti  che i diavoli extraterrestri nostrani hanno sversato per decenni, ci vorranno almeno altre 50 mattinate come quella che abbiamo trascorso oggi. Ci serve l’aiuto di tutti. Per ogni sacco impregnato di liquami nauseabondi tirato su dai ragazzi del GST, ci siamo vergognati di dover essere noi i rappresentanti di questo scempio.

Ringraziamo tutti i ragazzi del GST: Marco, Francesco, Valerio, Antonio, Antonella e Giuseppe, ringraziamo i soci e amici di Fareambiente, e tutti quelli che ci hanno aiutati e  hanno compreso la gravità di questa situazione e che speriamo si facciano portavoce per una  maggiore attenzione per l’Ambiente che ci dona la vita, o di contro, se lo maltrattiamo, le malattie e la sofferenza.

Il Direttivo di:

Fareambiente Laboratorio di Galatina-NOHA

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