Cos’è questa fregola per il nuovo governo? Ma davvero non vedete l’ora che se ne insedi uno “NEL PIE-NO DEI SU-O-I PO-TE-RI”, sì da “RI-SOL-VE-RE I PRO-BLE-MI SUL TAP-PE-TO”?
Ho sentito qualcuno pontificare in merito all’urgenza di un “esecutivo forte” (dev’essere una fissa) per ridurre subito il debito pubblico italiano (come se tutti i precedenti governi nella pienezza delle loro funzioni avessero scalfito di un centesimo questo benedetto debito – che, dispettoso come un bullo a scuola, ogni giorno batte il record del suo valore assoluto); qualcun altro, allarmato dagli scenari di guerra internazionali, aspetta con trepidazione il novello consiglio dei ministri (in effetti in passato, grazie agli “uomini forti” in carica, non ci siam mica genuflessi all’imperialismo americano concedendo le basi militari italiane per i bombardamenti “esportatori di democrazia”, né ci è mai venuto in mente d’inviare generosi contingenti di nostri soldati a morire nelle famose missioni di pace).
Insomma, sembra ci sia molta fretta per il ritorno degli interventi straordinari, e dunque la dolce attesa di Grandi Opere e correlative spese: come il TAV (una ferrovia dedicata alle merci, accanto a un’altra sottoutilizzata, per far arrivare a destinazione una scatoletta di tonno una mezzoretta prima del solito, non senza aver prima distrutto una valle e speso una barcata di quattrini), o il Mose di Venezia (che non funziona nemmeno con i carabinieri, nonostante gli arresti, la decina di miliardi scialacquati e il centinaio di milioni di euro all’anno necessari alla sua manutenzione ordinaria: in compenso le Grandi Navi – sempre per tutelare Venezia - possono arrivare fin dentro la basilica di San Marco e accendere un cero), o il TAP (per la solita febbre dei combustibili fossili - che ci vendono come rinnovabili - onde il loro finanziamento sarebbe come investire nella Kodak, o in Blockbuster, o in Lehman Brother, di cui si diceva: “non falliranno mai”), o il redivivo Ponte dei sospiri sullo Stretto, o l’acquisto degli Aerei F35 (F di fregatura), o la Pedemontana lombarda (più milioni di euro che auto), e altre genialate del genere.
Ebbene sì, non riusciamo proprio a vivere senza un Premier pronto a eseguire (a proposito di esecutivo) i desiderata della Troika (pronuncia esatta senza k), della JP Morgan (alla quale fanno ribrezzo le Costituzioni antifasciste) e del Club Bilderberg (qualunque cosa sia) messi assieme, alla luce dello spauracchio del declassamento del rating, dell’aumento dello spread e dell’invasione delle cavallette.
Prepariamoci, dunque, non appena apparirà sul display del nostro smartphone, a esultare per il nuovo governo, i suoi decretini e le ingegnose proposte PER-IL-BE-NE-DEL-PA-E-SE , così come abbiamo già dimostrato di saper fare benissimo con la Buona Scuola (sic), il Jobs Act (soldi alla Confindustria), la Legge Bavaglio (contro la libertà di stampa), il Decreto Intercettazioni (la verità, si sa, è rompicoglioni), l’Abolizione dell’articolo 18 (libertà di licenziamento = occupazione, pare sia un’equazione), i Condoni EdiliziTombali& Fiscali, la Legge Fornero (per lavorare fino all’Alzheimer incluso), la Flessibilità del Lavoro (libertà di schiavitù), i Vaccini Obbligatori (anche quelli per l’unghia incarnita), l’Abolizione dell’Imu ai Ricchi (poveretti), gli Scudi Fiscali (pro-evasori), la Separazione delle Carriere dei Giudici (così il Governo Forte potrà meglio controllare l’iniziativa giudiziaria), una nuova Legge Elettorale (possibilmente incostituzionale, come Porcellum e l’Italicum), lo Sblocca-Italia (sblocca-mafia, volevano dire), l’Abolizione delle Sovrintendenze (già il nome pare brutto – disse un noto presidente del consiglio in un programma vespasiano), le Trivelle (ormai anche in casa), il Legittimo Impedimento (sospensione dei processi per gli uomini d’onore dello stato – stato, in minuscolo), la decina di Decreti Salva Ilva (e nemmeno uno salva-polmoni), le leggi Ad Personam (o Ad Minchiam), le Risoluzioni pro-Tap (“più Tap e meno Tar” disse il solito premier spara-slogan che aveva promesso di ritirarsi dalla politica), e soprattutto l’n-esima Riforma della Costituzione.
Dopo il governo di Clistene (500 a.C., circa) - che contribuì a un avvicinamento della politica ateniese alla democrazia -, qui (nel 2018 d.C.) siamo in trepidante attesa di un (altro) governo di clistere.
Antonio Mellone