Cosa accade a Noha, cosa accade a Galatina, cosa ci accade. Qualcosa che ha a che fare con la dignità, con la civiltà. Accade che un’altra pietra è posata sul cammino di una comunità che con fatica cerca di scrollarsi da dosso il brutto, lo stereotipo di un passato senza cultura.
Cos’è la cultura? Antonio Mellone dice che la cultura non corrisponde solamente ad un insieme di nozioni, di informazioni o attestati cartacei, cultura è principalmente rispetto per l’altro. Cultura, penso, è amore. Leggevo su un articolo che mi è capitato fra le mani una frase bellissima: “Volendo il bene dell’altro facciamo anche il nostro; mentre ossessionati dal nostro bene distruggiamo noi e chi ci sta vicino.
Mi piace questo “agitarsi” collettivo verso la sensibilità dell’animo, mi piace che si ponga l’attenzione sulla parte debole della società. Mi piace che si riporti all’attualità il sacrificio rappresentato dai martiri della guerra con nuovi martiri vittime di un’atavica violenza.
Mi piace che un gruppo di giovanissimi dell’Istituto Comprensivo di Noha, il Polo 2, denominati “Gruppo dei tamburellisti di Torre Nohana”, armati di danza, voce e musica, siano protagonisti di questo cammino. Mi piace.
Come un fulmine a ciel sereno, in questo movimentato lavoro di associazioni che rivestono le nostre piazze di scarpe rosse, appare Angelo Vigneri. Interviene, insieme a sociologi e delegati di Associazioni importanti, alla serata organizzata da Egerthe, sulla “Giornata Internazionale Contro la Violenza sulle donne” al Palazzo della Cultura a Galatina. Chi è Angelo? E’ soprattutto un ragazzo di Noha e io sono subito fiero di lui perché se vogliamo migliorarci dobbiamo partire da noi, e quindi da Noha. Frequenta la seconda classe della nostra scuola media. Ha una presenza vivace e piena di coraggio. Con un’umiltà che mi lascia basito mi dice: guarda che non è solo merito mio, ma anche dell’insegnamento della mia professoressa, Ritamaria Colazzo. Mi dicono i suoi genitori, Angelo legge tanto e scrive, chi fa questo diventa automaticamente un profondo osservatore del mondo che lo circonda, per osservare e analizzare ci vuole amor proprio, Angelo ne ha da vendere. Speriamo che sia la testa d’ariete del nuovo che porta la cultura del rispetto e della cura per l’altro. Ecco di seguito l’opera che il nostro Angelo ha scritto di suo pugno e letto davanti al pubblico presente al palazzo della cultura in occasione della manifestazione:
“Amo la ginnastica ritmica e frequento ogni giorno la palestra.
Il 26 novembre 2010 alle 18 e 44 sono uscita dal centro sportivo per ritornare a casa.
La distanza è di soli 700 metri.
Ma quella sera casa non ci sono mai arrivata e avevano fine i miei sogni.
Un uomo aveva deciso diversamente per me.
Mi ha portata lontano e.... Avevo paura. Tanta paura. Volevo gridare. Ho gridato.
Nessuno ha sentito il mio dolore. Gettata a terra come una lattina vuota e inservibile.
Tra l'erba alta accoccolata come un gattino. Il freddo ha fatto tutto il resto.
Vedo un aereoplanino volare su di me. È bello! Volteggia tra le nuvole.
Fa ancora molto freddo ed io sono ancora raggomitolata come un gattino.
Non ho più voce. Le mie gambe non si muovono più.
Le mie braccia non si muovono più. La ginnastica. La mia vita mi ha lasciata per sempre.
I miei genitori piangono. Le mie amiche piangono. Il mio paese piange.
No! Non piangete. Io sono nuvola. Aria. Sole. Io sono amore.
Il mio pensiero ora corre a voi. Ragazzi e ragazze, uomini e donne, padri e madri.
Ribellatevi alla violenza. Denunciate. Gridate. E ballate alla vita, danzate e gioite!
Per me e per tante giovani come me.
Io sono Yara e ho 13 anni!”
Grazie Angelo, per il tuo coraggio, la capacità di raccontarci le cose, e il tuo amore per il bene comune.
Marcello D’Acquarica