Avanzano allineati a piccole squadre come un esercito in marcia. Oggi vinceremo insieme a loro una piccola battaglia contro l’inciviltà di chi non rispetta la Natura. Parlottano fra di loro e ridono, sembrano uno stormo di uccellini in festa, disciplinati e variopinti. L'allegria riempie subito l'aria, senza di loro, il cielo azzurro e il verde dei prati non avrebbero senso.
Fra una zolla e una vangata per sistemare i nuovi alberi, incrocio i loro singoli sguardi. Sono attimi che volano rapidi, nanosecondi, non danno il tempo necessario per una risposta adeguata, ma si fermano nella mia memoria e ne sento la voce, mi sembrano domande di speranza, di aiuto. Qualcuno mi chiede il nome, qualcun altro mi urla il suo e poi quello del suo compagno che gli sta a fianco.
Sono piccoli ma nei loro occhi c'è la stessa vitalità di un adulto. “Io mi chiamo Chiara” - mi grida una bellissima bimba. “E lui è Michele”, e mi presenta il suo compagno. “Tu come ti chiami?”
Nasce un incantesimo fra due mondi che viaggiano sulla stessa scia luminosa. Io spero in loro e forse loro sperano in noi. Osservando quegli occhi così vivaci, mi passano davanti le immagini di tanti tradimenti che penalizzano proprio le loro innocenti speranze. Loro non sanno che con l’ardire di volergli rendere la vita facile, colma di benessere, gli stiamo lasciando un mondo ammalato e sporco e che se non la smettiamo di irrorare la campagna di veleni e l’aria di metalli tossici, per loro ci sarà un futuro triste, dove gli alberi seccheranno sempre di più e tante persone si ammaleranno senza sosta, e che a nulla serviranno le auto, i vestiti e le case lussuose.
Poi per fortuna mi rendo conto che sono solo dei miei brutti pensieri, almeno lo spero, e che forse ce la faremo a salvare dall’inquinamento questa bellissima terra nostra. Loro, i ragazzi dell’Istituto Comprensivo Polo 2 di Noha, cantano, gridano cori modulati di esultanza e fra un giro e l'altro, con l'aiuto di Andrea, Fabio, Sergio e altri alunni di questa fantastica scuola, abbiamo piantato un albero di carrubo, due azzeruoli rossi , un corbezzolo e una feijoa.
La voce squillante della prof. Ritamaria Colazzo, guida gli impegni del loro prossimo futuro: gli alberi si amano, si piantano, si rispettano.
Avrei voluto dire anch'io qualcosa ma il tempo e l'entusiasmo della festa non me lo hanno permesso. Avrei voluto dire ai ragazzi che con gli alberi si parla, loro sentono la nostre emozioni e ci ricambiamo in aria pulita, in colori e fiori. Gli alberi divorano l’anidride carbonica e la trasformano in ossigeno, e noi purtroppo ne produciamo troppa di anidride carbonica, e quindi dobbiamo piantare tanti alberi. Gli alberi sono creature di Dio al pari di tutte le altre e come tali non vanno violentate, bruciate o avvelenate. In quest’ultima estate appena trascorsa abbiamo visto centinaia di alberi ardere vivi. Non abbiamo ascoltato le loro urla di dolore. Avrei voluto dire ai ragazzi del Polo 2 di Noha, che anche gli alberi hanno una pelle, un’anima e un cuore.
Ma forse loro lo hanno già capito da un pezzo e sicuramente si impegneranno insieme a noi a migliorare questo nostro incantevole angolo di mondo.
Marcello D’Acquarica