Di Redazione (del 09/05/2016 @ 17:42:56, in Fidas, linkato 1952 volte)
Sarà stata l’aria primaverile, sarà stata la giornata calda e soleggiata, o l’incantevole cornice del Parco naturale di Porto Selvaggio a rendere tutto bellissimo, oppure tutto insieme, chissà. Fatto sta che il gruppo della “Quattropassi” della FIDAS Noha, Si è divertito alla grande.
Già alle prime ore del mattino di Domenica 17 Aprile, il gruppo composto da una sessantina di partecipanti con in spalla zaini colmi di ogni ben di Dio, si sono dati appuntamento presso la “Casa del Donatore di Noha, dove sono stati accolti dai volontari della Fidas.
Giusto il tempo per organizzare la partenza e presto fatto eravamo già arrivati a poco più delle 9:30.
Bello l’arrivo presso la Torre dell’Alto, ad attenderci una tavola bandita per la colazione che la Fidas ha offerto ai partecipanti, dove fra tante cose buone non potevano certo mancare i pasticciotti, uno dei nostri dolci più prelibati e ricercati dai salentini e oggi a quanto pare non solo da noi salentini.
Non so poi esattamente quanti scalini abbiamo dovuto fare per scendere e risalire quel sentiero ricavato nella roccia dal tempo. Quel tempo che sembrava si fosse fermato lì tra la natura incontaminata del parco, poiché raramente si possono ammirare luoghi così.
Personalmente devo dire che il percorso non è stato facile per raggiungere la spiaggetta, un vero paradiso tra terra e mare, a me purtroppo ancora sconosciuto.
Un “Bel Vedere” in tutti i sensi, enfatizzato dal suggestivo racconto del nostro Socio Donatore Antonio Mellone, bravo conoscitore della storia dei luoghi e delle abitudini di quei luoghi, un racconto portato a termine con la recita de “l’Infinito di G. Leopardi” che ben si collocava all’interno del racconto.
La breve gita al parco, è proseguita fino a sera, e dopo una collettiva pausa pranzo tutti i partecipanti sono ritornati bambini dando sfogo per qualche ora ai giochi di una volta, fino a quando ormai esausti il gruppo ha ripreso la via del ritorno, o meglio “le scale del ritorno”.
A conclusione della bellissima giornata, resta quella malinconia tipica di quando finisce qualcosa di bello, ma stavolta credo la malinconia abbia lasciato il posto alla gioia di aver trascorso una bellissima gita con persone altrettanto belle, con le quali è interessante stare insieme confrontarsi e condividere tantissime cose, e in questo caso condividere il concetto del dono di una parte di noi stessi per gli altri.
E allora, avendo potuto ammirare se pur in parte e per breve tempo tali bellezze della natura, di aver avuto la possibilità di condividere spazi, pensieri, giochi e ogni ben di Dio alimentare, nonostante la fatica per raggiungere il cuore del parco e quello di guadagnare nuovamente il rientro, restando nel contesto leopardiano è proprio il caso di dire che “il naufragar m'è dolce in questo mare”.