Andrò a votare al Referendum sulle trivelle perché m’hanno detto che è inutile, e io non credo ad una virgola di quello che dichiarano politicanti, giornalisti al seguito, megafoni collusi con il banditismo al potere.
Io andrò a votare al Referendum di domenica 17 aprile perché mi repellono l’ignavia cittadina, il torpore civile, l’anestesia popolare, e so quanto l’astinenza democratica sia causa efficiente della contraffazione culturale in corso, peccato originale di ogni forma di aggressione all’ambiente.
Andrò a votare il 17 aprile perché non voglio darmi per vinto, e perché se saremo in tanti avremo modo di dimostrare chi è il superfluo in questa partita: il governo o il popolo.
Domenica 17 aprile io voterò SÌ al Referendum perché voglio che le concessioni per estrarre petrolio dal mare entro le dodici miglia marine (e sarebbe giusto anche oltre) non vengano prorogate dopo la loro scadenza: meglio dire basta, preferibile farle smantellare piuttosto che lasciarle in mare sine die per fare ruggine e anche qualcosa di peggio.
Voterò SÌ perché già oggi tre su quattro delle piattaforme petrolifere entro le dodici miglia non pagano le royalties (in Italia pari al 10% al barile, tra le più basse al mondo, mentre in Canada sono al 45% e in Norvegia all’80%) in quanto, pur eroganti, producono così poco petrolio da rimanere nella franchigia di esenzione.
Io voterò SÌ al Referendum perché non sopporto il ricatto occupazionale, l’autoritarismo cognitivo, l’ambiguità terminologica, le strategie mistificatorie, il profitto multinazionale, e il grande inganno dell’oro nero che devasta la terra, avvelena le acque, rende pestifera l’aria, e prepara le valigie a migliaia di giovani.
Voterò SÌ al referendum sulle trivelle perché è un mio diritto, e perché tocca anche a me oppormi al governo delle lobby, al sottogoverno delle mafie, ai comitati d’affari, e ai fidanzati ministeriali.
Voterò al Referendum e voterò SÌ, perché voglio una politica energetica alternativa agli idrocarburi fossili, e perché è possibile un nuovo modello sociale fondato su cooperazione solidale, democrazia diretta, fonti rinnovabili, stoccaggio di energia e reti intelligenti.
E infine voterò SÌ perché con la sua bella enciclica sul creato me lo ribadisce esplicitamente anche papa Francesco: Laudato SÌ.
Questi i miei SÌ.
Siate fecondi: leggeteli e moltiplicateli.
Antonio Mellone