Caro avv. Carlo Gervasi,
a volte mi chiedo se sia una prerogativa dei consiglieri comunali di Galatina (purché svolgano la professione di avvocato) concentrare in poche righe un così gran numero di corbellerie. Mi riferisco, stavolta, alle tue note lasciate in calce al mio articolo “Ombre sinistre al Centro Polivalente di Noha” del 25 ottobre scorso.
I tuoi “commenti” hanno tutta l’aria della solita solfa e di un “te l’avevo detto io”, visto che questa storia fritta e rifritta l’hai riproposta in un altro tuo appunto del 23 febbraio 2014, quale chiosa alla mia lettera aperta indirizzata all’assessore inciampato in una presa generale, tale ing. Coccioli, pubblicata sempre su questo sito giusto il giorno prima. Vuoi vedere che anche tu sei del partito di coloro che pensano che una balla ripetuta da mattina a sera prima o poi diventa verità?
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Hai ragione sul fatto che io sia diffidente, oltre che scettico (per non dire di peggio) nei confronti dell’antipolitica galatinese felicemente regnante a palazzo Orsini, di cui, purtroppo, anche tu, benché esponente della (pseudo)opposizione, sei parte integrante, non fosse altro che per quello che scrivi nei tuoi post, oltre che per come, tipo il seguente: “Caro Mellone il giorno dell'inaugurazione dal sottoscritto sei stato informato come [sic] stavano le cose e come [sic] sarebbe andata a finire”. E ancora: “Ma tu mi sei sembrato diffidente ed ha [sic] preferito festeggiare insieme a tutti i politici intervenuti che vi hanno preso in giro......ma siete stati gabbati e contenti [sic]. Ora chi è danno del suo mal pianga se stesso...!!! Lo sapevi e lo sapevate..........!!![sic] ”. Questa, la prima.
Ma anche questa seconda chicca avvocatesca non scherza mica: “Caro Mellone non puoi fare polemica essendoti schierato dalla parte di quelli che vi hanno preso in giro. Cosa ho fatto io lo sai bene. Mi sono adoperato per consentire l'inaugurazione cui hai partecipato. Ho proposto la unica e sola soluzione una cabina prefabbricata dal costo di 8000 euro [sic]. Ne eri ben a conoscenza ed oggi non puoi pensare di replicare dopo aver festeggiato insieme ai politici di Noha e compagni.........!!! [sic]”
Come, come? Io mi sarei “schierato dalla parte di quelli che [mi] hanno preso in giro”? E, di grazia, da cosa lo desumeresti?
Caro consigliere Gervasi, se avessi tu letto e compreso (del che nutro seri dubbi) non dico tutti, ma solo un terzo degli incommensurabili articoli vergati dal sottoscritto sul tema del Centro Polivalente di Noha rimasto a secco di energia elettrica ti saresti risparmiato anche quell’altra minchiata per la quale io avrei “preferito festeggiare insieme a tutti i politici intervenuti”. Vorrei tranquillizzarti inoltre sul fatto che è molto difficile (ormai ho validi anticorpi contro la categoria) che “tutti i politici intervenuti” riescano a “prendermi in giro”. E ovviamente – mettiti l’anima in pace anche su questo – nemmeno tu.
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Ora, caro Gervasi, vorrei capire, che ci facevi tu “il giorno dell’inaugurazione” a Noha “insieme a tutti i politici intervenuti”. Non eri forse anche tu un “politico intervenuto” all’inaugurazione? Non dirmi che hai affrontato il viaggio Galatina-Noha giusto per “informare il sottoscritto come stavano le cose [sic]” o “come sarebbero andate a finire”. Se è per questo, te lo saresti potuto risparmiare.
Ti confesso che, davvero, non ricordo nemmeno una parola di quello che in quell’occasione hai cercato di blaterarmi nell’orecchio: temo si trattasse di qualcosa di risaputo da parte di molti, oppure di irrilevante (non certo del quarto segreto di Galatina), ovvero di una banale inferenza sul destino di un Centro Polivalente nato male e vissuto peggio (dottrina teleologica, chiamiamola così, che, osservando i fatti, avrebbe potuto formulare anche un bambino alla terza elementare, e nemmeno tanto sveglio, senza il bisogno di un suggerimento da parte del Gervasi comunicante di turno).
E poi se è vero (come è vero) che si è trattato di una “inaugurazione farsa” (come giustamente l’hai definita tu nel tuo commento del 23 febbraio 2014), come fai poi a dire: “Mi sono adoperato per consentire l'inaugurazione cui hai partecipato”? Ti sei dunque “adoperato” anche tu per “l’inaugurazione farsa”? No, così, per sapere, nel caso volessi provare a metterti d’accordo con te stesso.
Lasciamo stare, infine, la “stoccata” finale: “......ma siete stati gabbati e contenti. Ora chi è danno del suo mal pianga se stesso...!!! Lo sapevi e lo sapevate..........!!!”.
Io sarei stato “gabbato e contento”? E, inoltre, sarei pure “danno del mio mal” per cui dovrei “piangere me stesso”? E il danno non sarebbe forse anche il tuo? Mica sei un cittadino di Marte.
E, infine, nel caso io piangessi (come di fatto faccio in continuazione, lamentandomi di 1.300.000 euro di soldi pubblici buttati nel cesso, certamente non da me, ma dalla suddetta antipolitica galatinese) tu cosa faresti? Ne gongoleresti, mettendoti addirittura a ridere masochisticamente? Non credi che anche tu, in fondo, sia stato “gabbato” (e non so se, per questo, “contento”)?
Ti ripeto la domanda già formulata altrove: mi spieghi, per favore, che cosa hai fatto o che cosa avresti in mente di fare tu per risolvere una buona volta i problemi del Centro Polivalente di Noha (che non sia il solito sconclusionato commento ai miei articoli, pieno zeppo di puntini di sospensione e di altrettanti punti esclamativi alla fine dei puntini di sospensione, scritti probabilmente per enfatizzare il nulla)?
Caro Gervasi, ti ringrazio per l’attenzione e per il fatto che ogni tanto ti fai vivo, pur con dei contributi scritti che, a volte, come questa, somigliano parecchio a delle baggianate: sono, comunque, preferibili al silenzio dei deficienti.
Concludo dicendoti che, purtroppo, con l’antipolitica che s’annida nel Municipio di Galatina, rendendone l’aria mefitica e pestilenziale, non si risolverà mai un bel nulla. Men che meno il problema del Centro Polivalente di Noha, rimasto al buio.
Non lamentiamoci, poi, se si alimentano dicerie sul conto di una sala chirurgica del Santa Caterina Novella allorché, per ogni intervento per il benessere di Galatina e frazioni, si è costretti ad utilizzare l'unico lume rimasto: che non è quello della ragione, ma la luce del telefonino.
Cordiali saluti.
Antonio Mellone