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Abbaso la squola
Di Antonio Mellone (del 02/02/2015 @ 21:17:13, in NohaBlog, linkato 3596 volte)

Avete avuto modo di dare una lettura al campionario di “controdeduzioni” stilate dall’avv. Daniela Sindaco? Quelle in risposta alla denuncia della dirigente scolastica, dott.ssa Eleonora Longo, e pubblicate anche su questo sito.

Mi riferisco alle sette cartelle (cliniche) inviate al primo cittadino del comune di Galatina, nonché ai consiglieri comunali e a tutti gli organi di stampa. Si tratta di pagine di deliziosa letteratura spedite urbi et orbi (soprattutto orbi) in cui si sviluppa il tema delle due sedie della discordia [il che mi riporta alla mente - chissà poi perché - il famoso “pomo della discordia” che diede il via alla guerra di Troia, ndr].

Io, da quell’ingenuo che sono, pensavo che il sindaco Montagna alla lettura della missiva vergata dalla sua compagna di partito saltasse sulla sedia revocandole, così, su due piedi, la famosa delega sindacale. Questo non tanto per la vexata quaestio, i toni utilizzati, l’iter non proprio ortodosso per la “soluzione” dei problemi di arredo scolastico, quanto per il mancato rispetto delle più elementari regole della lingua italiana. Evidentemente, come diceva quel tale, c’è chi non sa scrivere, ma son di più quelli che non sanno leggere.

Invece, come si temeva, è finita a tarallucci e Mimino. Il quale ha bofonchiato di “ampia relazione sull’accaduto” [sic] e di “entusiasmo derivante dal carattere della Consigliera Daniela Sindaco” [sic], ignorando del tutto il florilegio di errori copiosamente disseminati in un capolavoro letterario che, invero, non sembra scritto da un laureato, e per di più professionista di grosso calibro, ma, come dire?, da una seppur molto “entusiasta” Cetta Laqualunque.

Montagna, nella sua lettera assolutoria, continua a blaterare di “esposizione al pubblico ludibrio”; ma mica in riferimento ai gravi accadimenti verificatisi presso la scuola di Noha (o ai soggetti, predicati e complementi abborracciati dall’Oriana Fallaci de noantri), quanto al rischio che gli organi di informazione eventualmente venissero (o fossero venuti) a conoscenza della sceneggiata nohana. Che poi questi infidi mass-media lo abbiano saputo lo stesso, e che certi segreti siano come quelli di Pulcinella, è un altro paio di maniche. La “fuga di notizie” per lui invece è “strumentalizzazione politica” [sic].

E’ fatto così, il nostro sindaco. Il suo concetto di trasparenza risente del pensiero filosofico secondo il quale i panni sporchi si lavano in casa. Peccato che la casa non sia la sua (o quella privata di qualche suo delegato), ma comune, e probabilmente soggetta a certe norme pubbliche, oltre che a quelle del buon senso e della decorosità istituzionale.  

Ma sì, cosa vuoi che sia? Di figure di merda non è mai morto nessuno. Sennò a Palazzo Orsini sarebbe un’ecatombe quotidiana.

Antonio Mellone