Caro Paolo,
dopo aver incontrato tuo fratello Salvatore che si batte come un leone perché sia fatta luce sulle stragi di cui anche tu sei stato vittima, come faccio a pensarti morto? Tu sei vivo nelle sue parole che riescono a toccare il cuore di chi le ascolta oltre che nelle sue azioni.
Così come sei vivo nella ricerca senza sosta di verità e giustizia da parte di quei familiari a cui gli stessi tuoi carnefici hanno portato via i loro congiunti, penso alla famiglia di Attilio Manca e a quella di Nino e Ida Agostino che ci hanno reso partecipi del loro dolore ma anche della loro testarda e tenace battaglia.
E come potresti morire se quel ragazzino che si arruolò nell’Arma dei carabinieri con il sogno di lavorare al tuo fianco per catturare i latitanti, oggi è un uomo che sta lottando con tutte le sue forze pur di compiere il suo dovere? Lui che ha avuto il coraggio di denunciare i suoi superiori, di testimoniare ciò di cui era venuto a conoscenza, attirandosi le ire di un corpo che invece di dargli una medaglia al valore, ha scelto di condannarlo prima all’isolamento e poi magari all’eliminazione dall’Arma stessa e chissà, anche quella fisica! Del resto il suo modo è certo estraneo a quello di chi, come testimoniò la tua Agnese, le dicesti vomitando che era “punciutu” ed era tra i tuoi più stretti collaboratori. Ma pare che quello di certi ufficiali sia sempre stato e continui ad essere il modello vincente.
No caro Giudice, non potrai morire fino a quando qualcuno crederà così tanto nel tuo Sogno da preferire andare avanti, malgrado rischi la sua vita oltre alla reputazione già vilmente attaccata in tanti modi.
Tu per me sei vivo negli occhi sempre vigili e attenti e nelle corse quotidiane del Mar. Saverio Masi, costretto a difendersi anche da atroci quanto assurde accuse costruite ad hoc per farlo smettere di sognare e di resistere.
La tua grande umanità non permetterà che tu muoia davvero, perché fino a quando ci sarà qualcuno che non ha paura di abbracciare uno che si chiama Massimo Ciancimino, che ha scelto di dire cose che al suo posto credo che nessuno avrebbe detto, proprio perché solo chi è folle può credere ai Sogni, dicevo fino a che qualcuno come tuo fratello sarà capace di manifestare la grande umanità che ti contraddistingueva, Tu non morirai davvero.
E anch’io sento che il tuo Sogno non morirà anche grazie alla tenacia di chi, malgrado le condanne subite e la delegittimazione che gli tiene distante persino chi si batte in tuo nome, ha deciso di andare avanti, a testa alta e con determinazione. Per me tu sei vivo ogni volta che Massimo Ciancimino, nonostante rischi di finire di nuovo in carcere e di perdere suo figlio, il suo più grande tesoro, dice: io vado avanti.
Caro Giudice Paolo,
altri Magistrati oggi corrono gli stessi rischi che hai vissuto tu con la schiena dritta e anche loro, con coraggio, procedono perché sono convinti che sia giusto farlo, malgrado anche loro siano stati isolati dal sistema voluto dal “gioco grande”.
Ma fino a quando Nino Di Matteo, Roberto Scarpinato, Roberto Tartaglia e pochi altri loro colleghi avranno il coraggio di perseverare, Tu sarai vivo e continuerai il tuo lavoro tramite il loro impegno.
Caro Paolo,
io sono solo una sognatrice resistente, come tanti altri a cui le tue parole hanno toccato il cuore e sono convinta davvero che “Un giorno questa terra sarà bellissima” ed il tuo Sogno sarà realizzato.
Tu per me sei vivo, al contrario di tanti altri che vedo quotidianamente rassegnati al “non c’è più niente da fare”, veri morti viventi capaci di adattarsi al peggio pur di continuare nella loro misera esistenza, senza neanche un sussulto di dignità.
Io vedo già l’alba di quel giorno, per questo sento di poterti augurare Buon Compleanno Paolo!
AR
Galatina, 19 gennaio 2015
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