I caduti di Noha (1914 - 2014 a 100 anni dalla prima guerra mondiale)
Le guerre non hanno mai fatto bene a nessuno. In quella del 1915/18 ci furono 650 mila caduti, oltre 400 mila mutilati, distruzioni e rovine, fame e povertà. Una inutile strage la definì il Papa Benedetto XV, inutile eccidio di massa, inutile carneficina, una follia ogni guerra ha detto Papa Francesco.
Anche Noha ha pagato il suo tributo di sangue: l’elenco dei caduti è ancora là, scritto sulla lapide del monumento.
Purtroppo questa è la prova che l’uomo è capace di giungere a cose orribili. Cosa più grave fu che quella guerra a distanza di pochi anni fu seguita da una Seconda Guerra Mondiale più drammatica della precedente.
Le guerre non risparmiano nessuno.
I nostri soldati vissero esperienze durissime. Essi dovevano aspettare rannicchiati in condizioni pietose in fossi con solo un parapetto che proteggeva le truppe, e poi, appena udito l'ordine, dovevano uscire allo scoperto e cercare ripetutamente e invano di sfondare le linee nemiche, incapaci di difendersi dalle mitragliatrici degli avversari e senza possibilità di ripararsi dai colpi. Fu una carneficina. Un inutile bagno di sangue. Persone che trucidavano altre persone. Si trattava di uomini costretti a vivere con la continua paura della morte che ormai era divenuta esperienza “regolare”; uomini costretti a vivere accanto ai cadaveri mutilati dei loro compagni. Fu il trionfo della disumanizzazione.
Le testimonianze pervenuteci sono sufficienti a farci rabbrividire.
Ecco l’elenco dei nostri caduti nella prima guerra mondiale
- Tondi Antonio, ufficiale
- Tondi Giuseppe, nato a Noha l’01.05.1890, celibe, morto al Ponte di Piave il 19.06.1918
- Perrone Gaetano, sergente, nato a Noha il 06.10.1895, celibe, morto sul Campo il 18.07.1915
- Alica Adolfo, sergente
- Bianco Donato, soldato di fanteria, nato a Noha l’11.12.1889, celibe, disperso a Monte San Michele il 04.09.1917
- Chittani Leonardo, soldato di Fanteria, nato a Noha il -.-.1887, celibe, morto nell’Ospedale da Campo n. 107, il 17 giugno 1917
- Coluccia Giovanni, soldato di Fanteria nato a Noha il 02.01.1898, celibe, morto a Monte Fiore il 18.11.1917
- D’Acquarica Alessio, soldato di cavalleria, nato a Noha l’11.09.1891, celibe, morto nel-l’Ospedale Militare di Spresiano il 21.04.1916 (Spresiano è un Comune, ora di circa 12000 abitanti, che si trova nella Provincia di Treviso);
- Gabrieli Rosario
- Giustizieri Ippazio
- Gugliersi Pasquale, soldato di Fanteria nato a Noha il 24.07.1878, coniugato, morto nel-l’Ospedale da Campo n. 100 il 04.08.1917
- Guido Michele, Soldato nel 64° Fanteria, nato a Noha il 29 maggio 1888, celibe, morto a S. Pietro all’Isonzo il 29.10.1915
- Maiorano Carmine, soldato di Fanteria, nato a Noha il 18.11.1892, coniugato, morto nell’Ospedale Militare di Lecce il 15.05.1919
- Mariano Giuseppe, soldato di Fanteria nato a Noha il 12.08.1883, coniugato, morto a Quota 126 il 26.08.1917
- Mariano Vincenzo, soldato di Fanteria, nato a Noha il 18.04.1891, celibe, disperso in località sconosciuta il 26 agosto 1917.
- Mariano Salvatore, nato a Noha nel 1896, detto u Totu
- Mariano Tommaso, nato a Noha nel 1897, detto u Masi
[Di questi ultimi due già scrissi ai tempi dell’“Osservatore Nohano”. Erano fratelli di Mariano Cosimo, l’artista che ha costruito le “casiceddhre” che ora purtroppo sono in piena rovina. Disgraziatamente, Salvatore e Tommaso furono sfortunati, non fecero più ritorno nelle loro case. U Masi, soltanto una settimana prima che tornasse a Noha, saltò in aria per via di una granata che gli scoppiò tra i piedi, e l’altro, u Totu, disperso in guerra. E in quella parola “disperso” sua mamma Palma Romano, addolorata per la morte del figlio Tommaso, poneva tutta la sua speranza di rivedere presto a casa almeno u Totu.
Quando il 4 novembre di ogni anno (come era usanza a Noha) si ricordavano i caduti in guerra, portando la foto del proprio figlio a quel monumento, per molti anni mamma Palma esibiva solo la foto del suo Tommaso, di cui era sicura che era morto, ma non portava mai la foto de lu Totu, perché la notizia che le avevano dato era quella di “disperso in guerra”: tenace speranza di una madre che sperò sempre nel ritorno di quel figlio. Ma lu Totu non tornò mai].
- Mariano Paolo, soldato di Fanteria, nato il 27.04.1894 a Noha, coniugato, morto a Nova Was il 13.08.1916
- Mariano Lorenzo
- Mele Luigi, soldato nel 146° Fanteria, nato il 22.06.1894, celibe, morto a Strua di Pontaro il 12.10.1915.
- Nocco Antonio, soldato di Fanteria, nato a Noha il 07.10.1896, celibe, disperso a Monte Cimone il 23.10.1916
- Paglialunga Giuliano
- Perrone Pietro, soldato di Fanteria, nato a Noha il --.--.1895, celibe, morto a Milowitz il 31.03.1918
- Pignatelli Michele, soldato di Fanteria, nato a Noha il 02.01.1891, celibe, disperso a S. Caterina il 14.08.1916
- Serafini Michele, soldato di Fanteria, nato a Noha il 29.02.1884, coniugato, morto nell’Ospedale da Campo n. 117, il 12.12.1916
- Specchia Michele, soldato dei bersaglieri, nato a Noha il 23.09.1887, coniugato, morto a Quota 100, il 24.08. 1917.
- Todisco Giuseppe, soldato di Fanteria nato a Noha il 23 marzo 1887, coniugato, disperso nel ripiegamento delle truppe il 24.10.1917
- Todisco Angelo
- Vergaro Lorenzo, soldato di Fanteria, nato il 16.03.1895 a Noha, celibe, morto il 10.03.1917.
Nel 1923 a Noha vennero fatte delle opere dedicate al patrimonio del paese. Fu costruito il calvario, ristrutturata la torre dell’orologio e venne edificato e dedicato un monumento ai caduti in guerra.
Fino agli anni ‘8° del secolo scorso quel monumento era ubicato accanto alla Chiesa Parrocchiale, lato Ovest. Era ben tenuto e curato. Era una specie di colonna quadrangolare, con punta piramidale, una sorta di obelisco. C’era un recinto con inferriate, donate poi alla patria ai tempi del ventennio. Alla base dell’obelisco, scolpito sulla pietra leccese da una parte si poteva leggere: “Chi per la patria muore, vissuto è assai, la fronda dell’alloro non langue mai”. Dall’altro lato c’era la scritta: “… e qui verran le madri ai pargoli mostrando … “.
Come tutti sanno, il monumento in pietra leccese è stato rimosso e rifatto ex-novo in cemento armato e ferro in piazza Ciro Menotti. Al di là del gusto o del senso estetico (ognuno può avere il suo), a trenta e passa anni dall’edificazione di quella stele, crediamo sia giunto finalmente il momento di intervenire con dei lavori pubblici su monumento e villetta circostante. Se non altro per un pizzico di decorosità in più, oltre che per l’onore, il rispetto e la memoria che dobbiamo ai nostri caduti in guerra.
P. Francesco D’Acquarica
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