Per questo benedetto Mega-parco di contrada Cascioni da colare in breve tempo nella bellissima campagna intorno a Collemeto, sono stati usati svariati Mega-pixel di amenità su alcuni siti internet locali, tanto che non si sa più cosa pensare.
Tranne Noha.it, che “per fortuna non consulta nessuno”, e qualche altro blog semiclandestino, nessun altro sito comunale sembra stia rompendo l’anima ai tranquillissimi galatinesi ed al loro silenzio-assenso con la storia di questa Mega-cazzata. Anzi.
Non avendo il nostro sito la velleità di fungere da clone dell’Incensiere della Sera on-line, o di altri tromboni, e non curandoci noi altri delle pseudo-invettive di qualche sparuto consigliere comunale dal coraggio alla don Abbondio e dalla sintassi malferma, possiamo permetterci il lusso di parlarne senza il bisogno di scappellarci di fronte ai signori del potere del Mega-inciucio, ormai vivo e vegeto e con tanto di supporters anche a livello comunale grazie proprio alla magica Pantacom.
Ma questa non è che la prima delle magie del taumaturgico Mago-parco (che farebbe impallidire, come vedremo, addirittura il campo o il parco dei miracoli del gatto e la volpe del Collodi).
Politici (ormai senza più codazzo), economisti, blogger, giornalisti-iscritti-all’albo, artigiani, commercianti pentiti, folle di martiri dalla firma pronta, disperati alla canna del gas, narratori e poeti (per i quali il naufragar è dolce in questo mare di cemento) si son messi a magnificare le potenzialità prodigiose quasi soprannaturali della polverina bianca o grigia (ci riferiamo al cemento e non ad altri tipi di polverine) da utilizzare per quest’opera faraonica in grado di risolvere in poco tempo i problemi di tutti.
Sicché grazie a questo Mago non parco di “ricadute” e “volani per lo sviluppo” ci sembrerà di vivere nel paese del bengodi, senza alcun problema di sorta pronto ad assillarci.
A pensarci bene qui è tutto un magia, un miracolo, un prodigio portentoso (e non stiamo certo parlando dell’unione destra e sinistra: questa è roba arcinota e vecchia da decenni). Qui il vero fenomeno soprannaturale è il fatto che, a quanto pare, sia sufficiente una Pantacomica qualsiasi, senza soldi, e pure inattiva (ma a condizione che sia dei Perrone, da non confondere con i Mellone), una società in cui i soci abbiano investito ben 35.000 euro di soldi propri in capitale sociale, ridotto per perdite a poco più di 3.000 euro (ma cosa vuoi che siano queste inezie da legulei o da ragionieri pidocchiosi di fronte alla meraviglia della “nuova occupazione”), una “limitata” senza alcun dipendente, senza alcuno straccio di garanzia o credenziale, senza alcun fido bancario in essere, possa effettuare un investimento di decine di milioni di euro e darci un bel po’ di capitali finanziari e posti di lavoro.
Sì, questi spenderanno milioni di euro attinti ovviamente dal pozzo di San Patrizio, e dunque “verranno a portarci ricchezza”. Tanta. Certo, come no. Non vedono l’ora.
Non ci dormono la notte, questi signori, per portarci la ricchezza un giorno sì e l’altro pure e soprattutto la fine della disoccupazione frizionale (anzi frazionale). Non sanno come fare per arricchirci nel migliore dei modi. Magari alle casse, anziché farcela pagare, ci doneranno pure un bel po’ di merce (rigorosamente 3X2), oltre ad un sacchetto con un po’ di moneta contante: insomma soldi a palate, anzi soldi e patate (patate di Galatina prodotte ormai in Tunisia per via della penuria di terreno galatinese).
E dopo i soldi, i posti di lavoro. Ce n’è per tutti. Ma prima per quelli di Collemeto. Ciò che è giusto è giusto. I sacrifici e l’eroismo di 800 santi martiri, vanno premiati con diritto di prelazione. Ben 200 posti di lavoro a tempo indeterminato pioveranno dal cielo come la manna. Nel primo “progetto” si parlava di 300 incarichi. Ma non ci attacchiamo a queste cose: evidentemente 100 collemetesi, li avranno licenziati ancor prima di assumerli.
Ed infine ci sarà da mangiare e festa tutto l’anno (e ogni Cristo scenderà dalla croce).
Dunque, ricapitolando, i benefici saranno per tutti: per i disoccupati (che così scomparirebbero dalla porta del bar, o addirittura dalla faccia della terra), per gli artigiani (che avrebbero finalmente lavoro a iosa, e soprattutto pagato puntualmente, e non come avviene ora al tempo del “poi”, cioè “mai”), per l’economista per caso (che ti giustifica lo scempio ad un fischio da casa sua con la storia delle file sulla Lecce-Brindisi), per il comune di Galatina (che con gli introiti stratosferici per tasse, imposte, contributi e Imu-senza-restituzione avrebbe soltanto benefici, entrate, e dunque alcuna uscita e soprattutto fondi a palate e nessun grattacapo per i suoi investimenti: ecco perché il mago-porco è “di interesse pubblico”), per il consumatore (che troverà il suo punto G alla fine della parola shopping, e che finalmente non dovrà più fare un viaggio assurdo a Surbo o poverino a Cavallino – che fa anche rima - incolonnandosi in estenuanti file per acquistare la mozzarella in offerta speciale - ma soprattutto per andarsi a sgranchire le gambe, di domenica e nelle altre feste comandate, quando non si sa proprio cosa fare - leggere un libro, no eh?), del politico (che non sarà più assillato dai postulanti in cerca di uno straccio di occupazione e che verrà riconfermato al rispettivo seggio senza dover più promettere l’impossibile), per il resto del mondo (che non vede l’ora che a Collemeto si realizzi questo “bene comune”)…
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Il vero miracolo, la vera magia avverrà forse quando ci sveglieremo - noi ed i nostri pollitici - dal torpore che ci ha colpiti nel corso di questo secol superbo e sciocco; quando capiremo di aver visto per troppo tempo un film di Pantascienza; quando palazzo Orsini sarà diventato davvero un palazzo di vetro (e non nel senso della sua fragilità); quando grazie alle larghe intese se non l’unanimità almeno la stragrande maggioranza dei cittadini degni di questo nome grideranno all’unisono: “GIU’ LE ZAMPE DALLA NOSTRA TERRA, GIU’ LE MANI DA CONTRADA CASCIONI”; quando ci sarà chiaro una volta per tutte che non potremo mai essere assolti per non aver compreso il fatto.
Antonio Mellone