\\ Home Page : Articolo : Stampa
"Laudato sì’", ma solo a parole – parte quinta
Di Antonio Mellone (del 20/08/2015 @ 09:28:21, in NohaBlog, linkato 2620 volte)

Quest’altro brano non è farina del nostro sacco, ma ancora una volta di quello del papa Francesco. Leggete un po’ qua, per favore: “Oggi riscontriamo, per esempio, la smisurata e disordinata crescita di molte città che sono diventate invivibili dal punto di vista della salute, non solo per l’inquinamento originato dalle emissioni tossiche, ma anche per il caos urbano, i problemi di trasporto e l’inquinamento visivo e acustico. Molte città sono grandi strutture inefficienti che consumano in eccesso acqua ed energia. Ci sono quartieri che, sebbene siano stati costruiti di recente, sono congestionati e disordinati, senza spazi verdi sufficienti. Non si addice ad abitanti di questo pianeta vivere sempre più sommersi da cemento, asfalto, vetro e metalli, privati del contatto fisico con la natura. (tratto dal punto 44, pag. 39-40, “Laudato sì’” di papa Francesco, Ancora, Milano, 2015 -  la sottolineatura è nostra). Dunque “Laudato sì’, cemento no”, amen. Chiara l’antifona?

*

Peccato che i nostrani clerico-fascisti travestiti da democratici non leggono o fanno finta di non leggere (o se pur leggessero non capirebbero), non diciamo i nostri articoli (figurarsi), ma alcuni brani dell’enciclica papale. Perché se così fosse non si macchierebbero mai del reato di ecocidio, mai darebbero il loro assenso e mai apporrebbero la loro firma su progetti spinti dal partito trasversale del cemento, mai promuoverebbero idiozie politiche e crimini ambientali che vanno sotto il nome di Mega-Porco commerciale, pronto a riempire i galatinesi di ogni virgola, circonvallazione interna, parcheggi sotterranei nei pressi del centro storico, comparti edilizi in piena campagna, benché non si contino più le case (dunque le cubature) vuote in ogni parte della città, nuove aree mercatali da asfaltare e cementificare. Insomma il tentato omicidio del nostro territorio. Mentre a livello centrale mai avrebbero concepito il decretino “Sblocca Italia”, cioè Sblocca-Cemento, Sblocca-Scempi, Sblocca-Mafia (tipo: trivelle facili in Adriatico e Ionio, inceneritori dal Piemonte alla Sicilia, passando per la Puglia, inutili opere pubbliche faraoniche).

*

Caro papa Francesco, parli ai sordi e scrivi ai ciechi. Qui da noi addirittura un noto sito locale (che, tra l’altro, fa rima con papalina.it) fa finta di seguirti quotidianamente, avendo una finestra ben visibile sulla sua home-page con dei brani aggiornati delle tue omelie. Io non so se ci sono o ci fanno certi giornalisti per caso, per giunta iscritti pure all’albo da qualche decennio (i quali s’incavolano pure quando li qualifichi come “improvvisati”): fanno finta di esserti devoti, diffondendo così il tuo verbo, ma quando si tratta di appoggiare nuovi asfalti e colacementificazioni, comparti edilizi, strade senza senso, i responsabili di leccatina.it sono i primi a parlarne con entusiasmo, a gongolarne quasi con un empito mistico a metà strada tra la gioia e la riscossa.

Pensa, c’è un altro sito locale gemello del precedente (tu diresti: Dio li fa e poi li accoppa), un sito internet che fa rima con rifondazioni.it, ma solo rima, il cui responsabile ci ha pure riferito che legge volentieri i nostri articoli, che apprezza il nostro spirito combattivo, ma che lui (“sì, purtroppo, e che ci vuoi fare?”) ha da tempo abbandonato questa, come dire, verve critica, semmai l’avesse avuta.

A questo punto ci chiediamo umilmente: a cosa serve alimentare e curare un sito internet se poi non si dice quello che si pensa (posto che qualcosa si pensi)? Per riportare le cazzate dei nostri presunti (e presuntuosi) sedicenti politici? Per asservire il potere anziché fargli da cane da guardia? Per fare un copia-incolla di comunicati stampa? Per raccontare gli “eventi” locali? Bè, questo amico sappia che papa Francesco, a proposito, ha detto, tra l’altro, anche quanto segue: “Questo comportamento evasivo ci serve per mantenere i nostri stili di vita, di produzione, di consumo. E’ il modo in cui l’essere umano si arrangia per alimentare tutti i vizi autodistruttivi: cercando di non vederli, lottando per non riconoscerli, rimandando le decisioni importanti, facendo come se nulla fosse” (punto, 59, pag. 52, ibidem, la sottolineatura è nostra).

Caro papa Francesco, anche stavolta ci hai tolto le parole di bocca.

Antonio Mellone