" Cari amici il nostro sito va arricchendosi giorno dopo giorno di articoli, racconti, 'cunti', opere d'arte... Come queste di Marcello D'Acquarica, un nostro amico nohano, cittadino del sole, ma dimorante nell'Italia del Nord, al quale inviamo ringraziamenti e tanti complimenti per i suoi geniali contributi. Che sono sempre benvenuti ".
Si raccontava, fra l’altro, che una sera lo zio Teodoro, dopo aver trascorso la serata in paese con gli amici, alla “putea” , tornava a casa in campagna.
Ad un certo punto cominciò a sentire un lieve battere sulla spalla.
Preso dallo spavento, non ebbe il coraggio di voltarsi e prese a pedalare con più grinta. Il battito però non diminuiva, anzi aumentava con la stessa velocità della bici.
Giunto finalmente davanti a casa, spalancò la porticina e dopo essere entrato in casa sprangò l’ingresso dall’interno.
Qualcuno sostiene che lo zio al mattino seguente trovò dietro la porta le orme di chi lo aveva inseguito fino all’uscio. Qualcun altro racconta che era stata la cravatta a battergli sulla spalla. Qualcun altro ancora afferma che quel battito fosse uno degli effetti della serata trascorsa alla “putea” in compagnia degli amici e di un buon bicchiere di negramaro.
Povero zio Teodoro.