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La festa patronale di San Michele Arcangelo. Noha 28-30 settembre
Di Antonio Mellone (del 22/09/2012 @ 00:00:00, in Eventi, linkato 6060 volte)

Inizia il 28 settembre con una decina colpi secchi mattutini, seguiti dal battagliare del campanone della chiesa madre, la solennità di San Michele Arcangelo, protettore di Noha, quella che chiude la stagione delle mille feste patronali che brillano d’estate in tutta la Puglia, dal Gargano a Santa Maria de finibus terrae.
Per tre giorni anche Noha si veste della fantasmagoria dei colori dei festoni per non sfigurare al cospetto del suo bel santo che passa in processione, “ondoleggiando” con il suo pennacchio sulle teste dei nohani e dei pellegrini oranti e compunti. Subito dopo le preci, i panegirici, le coroncine e l’incenso, le strade risuoneranno al rumorio della folla pronta a correre intorno ai deschi a corroborare il corpo.
La parata di luminarie abbaglierà gli occhi e sotto le gallerie di archi sfolgoranti di luce transiterà la neo-costituita banda di Noha - diretta dall’infaticabile M° Lory Calò – ben preparata per esibirsi in fresche melodie, marce e motivetti orecchiabili. Si è iniziato in tal modo a sfatare finalmente il mito secondo il quale le orchestre son considerate più pregiate quanto più distante dal paese è la provenienza dei bandisti forestieri. Ormai la banda musicale a chilometri zero è da noi una stupenda realtà (per il merito ed il lavoro – questo va riconosciuto - di molti attori protagonisti).
Tra una marcia e l’altra, poi, ci sarà spazio per le risate, con “Questa sera show”, uno spettacolo di cabaret - ci assicurano esilarante - una vera novità della nostra festa più importante.
Il 29 a sera, come da cartellone, la cupola dell’imponente cassa armonica ospiterà la storica Banda di Sogliano Cavour e il Concerto Lirico Sinfonico Città di Taviano, pronti ad attaccare gli stupendi preludi delle opere liriche più famose, annunciati come sempre con due colpi cupi e gravi del timpano o della grancassa.
Anche quest’anno si assisterà, magari in maniera un po’ più sobria in nome della crisi, allo struscio sotto le arcate di zziti e zzite, ai giochi ed alle giostre del luna park, e al mercatino, dove su panche arrangiate e su trespoli vari sono adagiati pellami, tappeti, giocattoli di plastica ed elettronici, nonché cianfrusaglie d’ogni tipo offerte per lo più da venditori di paesi lontani, che vestono caffettani e surats e parlano stentatamente la nostra lingua (per la verità alcuni la parlano meglio di noi altri).
Ai furgoni di pop-corn ed ai furgoncini di zucchero filato e noccioline e crepes e mustaccioli e cupete si affiancheranno i sempre più frequenti camioncini di fast-food che richiamano come specchietti per le allodole frotte di adolescenti  (di ogni età) a volte senza più storia né identità, stordendoli con effluvi di sapori ed odori esotici che s’alzano da hot-dog e cheeseburger farciti di cipolle, senape, maionese e ketchup, lusingandone così l’anima, sovente e purtroppo sempre più agnostica e sempre più corruttibile.
Il cielo della notte rintronerà di viva luce colorata, riempita, come vuole la tradizione, dai colpi di razzi, bengala, e pirotecniche mine vaganti. Che bello sarebbe che i fuochi pirotecnici fossero finalmente accesi non a mezzanotte (come sovente avviene, quando la maggioranza delle persone risulta scomparsa dalla circolazione da un bel pezzo) ma ad un orario più ragionevole, come si fa in moltissime altre feste patronali pugliesi, dove in maniera intelligente è stato rivisto verso il basso l’orario di codesti spettacoli di sculture aeree di luce e fragori.   
I festeggiamenti termineranno il 30 settembre con il concerto in piazza Castello de “I Collage”, il gruppo pop-rock che, tra mille altre, ci faranno riascoltare l’intramontabile “Tu mi rubi l’anima”.
Questa è la festa patronale di Noha, un’occasione per raccogliersi e interrogare la propria coscienza, guardando al passato e ponendosi domande sul futuro.
In tal modo, insieme all’Arcangelo Michele, la nostra comunità potrà spiccare il volo diretta verso quote sempre più alte. Il tutto – ci si augura - in nome della verità. Che, come insegna il Vangelo, va a braccetto con la libertà.

Antonio Mellone

(un brano, con variazioni, di questo pezzo è stato pubblicato su “quiSalento” del corrente mese di settembre)