\\ Home Page : Articolo : Stampa
A proposito della storia infinita della vecchia scuola elementare di Noha. E la luce non fu (parte quinta di quattro)
Di Antonio Mellone (del 20/09/2012 @ 00:00:00, in Ex edificio scolastico, linkato 3407 volte)

La matassa della vecchia scuola elementare di Noha è ben lungi dall’essere sgarbugliata: c’è un continuo scaricar di barili da una società ad un’altra, da un “responsabile” ad un altro, e soprattutto c’è da costruire questa benedetta cabina per l’energia elettrica.
Ma sapete voi cosa significhi costruire una cabina elettrica all’interno della scuola? Potete provare ad immaginare che cosa serva per ottenere codesto ulteriore “prodotto finito”? Proviamo a ragionarci insieme. Per la costruzione della cabina de quo, servono una serie di personaggi ed interpreti (del resto stiamo parlando di un film dell’horror), unitamente ad un insieme di fatti e condizioni che, senza necessariamente rispettare l’ordine di apparizione, potrebbero essere identificati nei seguenti elementi come: l’individuazione della sua ubicazione, un progetto da far predisporre (e speriamo che la soluzione dei problemi non venga affidata ancora una volta ai progettisti ed ai “tecnici” che li hanno creati), l’approvazione del progetto, il reperimento dei fondi per finanziare il progetto, l’identificazione della ditta che dovrà occuparsene previa aggiudicazione di  una gara, l’inizio e poi la fine dei lavori, il collaudo, la loro consegna, ed infine - se Dio vuole, purché nel frattempo non siano di nuovo cambiate le leggi che magari, per l’allacciamento alla rete elettrica nazionale, richiedano in loco una piccola centrale nucleare in miniatura – e solo infine, avverrà il tanto agognato allacciamento.
Ecco a cosa ci siamo ridotti per colpa di ingegneri (si fa per dire) che non hanno previsto quel che si sarebbe dovuto prevedere. Eppure, salvo errori, il lemma “progetto” significa oltre tutto anche previsione.
E cosa pensate? Che sia finito qui? Con un banale allacciamento (alle cinture di sicurezza)? Nossignori. Dopo l’allacciamento alla rete elettrica bisogna far partire la macchina, pensando a progetti, trovando persone di buona volontà che più che interessi abbiano idee (quindi non potranno essere i nostri rappresentanti politici, né altri pezzi grossi locali).

*   *   *

Nei giorni scorsi, a proposito degli ultimi avvenimenti di cui stiamo discettando in queste note è apparso su questo sito un commento satirico del sig. Lino (che credo di conoscere). Dapprincipio, non avendo colto subito l’ironia, di più, la sagacia e la mordacia del pensiero di questo vecchio marpione, avevo pensato che si fosse trattato del solito commento a base di dosi industriali di saliva, anzi, vista la fonte, di linoleum. Sicchè queste parole: “…il vento è cambiato sensibilmente, abbiamo un sindaco ed una giunta preparatissima e attenta alle istanze dei cittadini. Non è tifoseria, la mia, ma all’assessore ing. Andrea Coccioli coadiuvato dal direttore dei lavori ing. Marcello Memmi accompagnati dalla consigliera comunale avv. Daniela Sindaco vanno per intero i miei ringraziamenti per essere stati esaustivi nell’esposizione dei fatti e per aver dimostrato la ferrea volontà di soluzionare [sic] al più presto il problema dell’allacciamento alla rete elettrica della bellissima struttura dell’ex-edificio scolastico di Noha e renderla così fruibile all’impiego preposto”; queste parole, dicevo, m’avevano lasciato talmente perplesso che di primo acchito avevo pensato che è difficile concentrare in così poco spazio un così alto numero di cazzate. Poi ho capito che la chiave di lettura del sottile pensiero “mariano” fosse tutta in quel “soluzionare” (e addirittura “al più presto”). E in quel “soluzionare” c’è la volontà di ripiegare con l’allaccio provvisorio (se non abbiamo capito male) dei 10 kwh, che serviranno soltanto ad accendere qualche lampadina, sempre in maniera precaria, temporanea s’intende, magari ad intermittenza (tanto Natale è vicino e non se ne accorgerebbe nessuno). Quella provvisorietà che a Noha, frazione impropria, in men che non si dica, diventa spesso eternità. Da qui, il motto che potrebbe essere scolpito alla base dello stemma di Noha, città dei cavalli: campa cavallo! Appunto.   
Lo stato dell’arte è questo, cari concittadini. Se qualcuno dovesse chiedervi lumi o notizie in merito alle previsioni del tempo o dei tempi per “soluzionare” i problemi nohani, non sbagliereste nel rispondere ancora una volta: nebbia in val nohana.
E’ vero: tutto questo è molto ridicolo. Ma il ridicolo non ha mai ucciso nessuno. Se no a Noha e a Galatina farebbe una strage.

Antonio Mellone