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Monti, il grande inciucio e il salvacondotto per Berlusconi
Di Antonio Mellone (del 21/03/2012 @ 22:01:16, in Un'altra chiesa, linkato 2521 volte)

Non abbiamo più bisogno di prove supplementari: il Pd ha abdicato alla propria funzione di coscienza, di opposizione per amore dell’Italia e, quel che è peggio, alla sua vocazione di «sinistra». E’ stato profeta Marco Travaglio, quando indicava questo partito con la formula matematica di sottrazione: «PDL-L = PD». Il dato di fatto, ormai evidente anche ai ciechi, apparentemente dà forza a quanti dicono che non esistono più destra e sinistra, ma solo interessi convergenti che poi è uno solo: risolvere in via definitiva i problemi giudiziari dell’uomo più corrotto dell’Italia e forse del mondo, costi quel che costi. Il mondo intero ormai lo aveva espulso dai consessi pubblici ed era diventato una zavorra per quanti, pur corrotti, mantenevano almeno una apparente dignità (Sarkozy, Merkel, Obama, Europa, ecc.). Solo il comunista Putin non si è mosso di un millimetro, anzi ha incrementato i rapporti con il degno compare Berlusconi, accogliendolo da par suo, da dittatore: tra dittatorelli e comunisti ci s’intende sempre. Processo Mills: prescritto. Processo dell’Utri: rimandato alla prossima prescrizione imminente. Tutto si tiene e tutto torna. Il senso vero del governo tecnico è proprio questo: Berlusconi non avrebbe più potuto legiferare a suo vantaggio, come ha fatto ininterrottamente negli ultimi 17 anni, per cui occorreva un governo «foglia di fico» che facesse due cose: a) si occupasse di economia, materia ostica a Berlusconi e ai suoi scagnozzi tutti tesi a difendere gli interessi della ditta del padrone; b) permettere a Berlusconi di avere uno scudo giudiziario totale senza dare nell’occhio, alla chetichella in modo che nessuno possa accusarlo di essere ancora fautore di leggi a suo vantaggio: non avendo più il governo, poveretto! Non ha più potere! E’ stato sufficiente che il ministro di Sant’Egidio dicesse che la destra «fa schifo» perché Alfano si mettesse a urlare che nessuno deve permettersi di offendere, ecc. ecc. Da 17 anni mangiamo schifo ad ogni santa ora del giorno e della notte; hanno ridotto tutto ad uno schifo cosmico: il governo e la politica e le istituzioni sono state consegnate su un piatto d’argento alla mafia e ora codesti puttanieri di professione vengono a dirci che la «mafia non esiste». Il procuratore affiliato dice che «non ci crede più nessuno». Schifani aggiunge di suo che il paese vuole riconciliazione e con lui a gracidare tutti quelli che hanno dilaniato il Paese e sporcato ogni cosa che toccavano. Lo Stato è in mano alla mafia che continua a governare per interposta persona: il Berlusconi che con Dell’Utri fanno la tombola della malavita organizzata. Essi sono lì apposta per fare affari reciproci. E’ cambiato il tempo ed è girato il vento! «Libertà e Giustizia» domenica 11 marzo a Milano ha lanciato un grido: «Dipende da noi» e mai frase è stata più vera di questa. Sì, dipende da noi! Da noi e dalla nostra capacità di reagire e di pretendere, di volere e di fare sul serio. La Corte costituzionale è dominata tra tre giudici supremi usi ad andare a cena con Berlusconi e Letta alla vigilia della discussione delle leggi d’interesse per il cainano; la Cassazione si permette di rinnegare il processo di Dell’Utri con una sentenza che sembra più di merito che di procedura, così per dare lo spunto ai politici di abrogare il reato di «concorso esterno alla mafia». Se fosse abolito, la «santissima» ringrazia, Berlusconi è salvo, Dell’Utri anche, Schifani tira un sospiro di sollievo e tutti i mafiosi che sono in parlamento possono continuare a delinquere come prima e più di prima. Il governo Monti, pur votato in parlamento, è al guinzaglio corto: Berlusconi stabilisce cosa deve fare e non fare. Può fare tutto, tranne occuparsi di Rai e di giustizia, i due soli argomenti per cui Berlusconi si è impadronito dell’una e dell’altra per fare affari alle spalle degli Italiani che glielo hanno consentito. Prima Berlusconi decideva e noi lo vedevamo e potevamo anche gridare e ribellarci, ora Berlusconi decide più di prima, ma nessuno lo vede e noi facciamo fatica a capire. Molti speravamo nell’onestà di Monti, il quale sa che se vuole durare non può toccare la giustizia, la Rai, riconoscere il reato di corruzione, abolire il falso in bilancio: tutta materia che Berlusconi ha imposto alla sua maggioranza ritagliando ogni scampolo su sua misura. E’ in forza di queste cose che l’ha fatta franca lui e gli amici degli amici e, dal suo punto di vista, sarebbe un suicida se permettesse di cambiare. Monti è una povera foglia di fico che copre le vergogne cosmiche di un Paese che meriterebbe di più e meglio. Coloro che sono causa ed effetto allo stesso tempo dello schifo che hanno instaurato, collaudato, alimentato e prodotto in quantità industriali, oggi pretendono di fare i maestri della legalità. E’ assurdo che una parte del parlamento si opponga all’approvazione di una norma europea contro la corruzione; è assurdo che una parte del parlamento si opponga a formulare una norma sulla corruzione privata e a rimettere il reato di falso in bilancio. E’ assurdo? No! E’ normale per loro che hanno vissuto e vivono di corruzione e il loro capo supremo è corrotto e corruttore di professione. Le sue ricchezze non sono frutto di ingegnosità e di capacità imprenditoriali, ma al contrario sono l’esito della sua capacità di corruttela verso altri e di lasciarsi corrompere da altri. Quest’uomo (se si può definire ancora uomo, questo ammasso rachitico di corruzione) è stato sorretto, appoggiato, sostenuto e protetto in parlamento da sedicenti cattolici, da vescovi, dalle alte gerarchie vaticane che hanno perso il diritto di parlare di etica e di vangelo. Veramente Dio è altrove e li ha abbandonati alla loro ignominia e alla loro prostituzione. Ora le premesse ci sono tutte per garantire a Berlusconi e ai suoi amici l’ impunità totale usque ad mortem et ultra. Ci manca solo che gli facciano un monumento anche in paradiso. L’inciucio tanto vituperato oggi gira a pieno regime. Il Pd che governa con il Pdl, Bersani con Berlusconi e Casini e ciascuno fa la sua parte: pupi nelle mani di un puparo. La ministra Fornero, che tanto piaceva a Bersani, ce la mettendo tutta per lasciare gli operai in mutande senza tutele, senza garanzie, senza alcun tipo di assistenza. Dovevamo entrare nel terzo millennio, il tempo dei diritti e dei doveri, il tempo della maturità democratica, invece siamo solo entrati nell’incubo del presente che è terrore del futuro. L’evasione fiscale, istigata dal governo precedente fino all’inverosimile, oggi uccide l’Italia e gli onesti, eppure vi sono remore, opposizioni e distinguo perché gli evasori sono vestiti da agnelli che gridano allo scandalo mentre rubano agli onesti. Di fronte all’emergenza sociale, alle famiglie, ai singoli, agli anziani che muoiono letteralmente di fame, senza più quel minimo di protezione sociale che leniva un po’ la sofferenza di una vita senza dignità, oggi ascoltiamo ancora il silenzio dei vescovi ai quali sembra interessare l’idea di una famiglia inesistente, la famiglia del Mulino bianco, famiglia fasulla propagandata come naturale. Il governo Monti accontenta tutti, in nome dell’emergenza, in nome della «crisi», parola magica sul cui altare si sacrifica ciò che prima era solito essere offerto a Dio. Con la «crisi» si giustificano tutte le nefandezze e tutti gli assassinii. Chi fa uso di medicine, oggi paga due volte la sanità: la prima con le trattenute in busta paga e la seconda con i ticket che ormai sono una vera e propria tassazione o vessazione: eppure la salute è un diritto, o meglio lo era perché oggi siamo tornati ai livelli degli anni ’70 quando la salute era una chimera. Abbiamo lottato per raggiungere il traguardo del servizio sanitario nazionale e siamo arrivati alla mangiatoia sanitaria internazionale dove la mafia, gli amici di Berlusconi, e la sanità privata (cliniche e ospedali e centri sanitari) hanno rapinato tutto, facendo il deserto attraverso la corruzione e la malversazione, peggio di Attila. I poveri pagano sempre il prezzo più alto e più amaro. Voglio sperare che nelle prossime elezioni locali e fra un anno alle politiche, gli italiani sappiano prendere coscienza e agire di conseguenza. I sondaggi dicono che ormai solo due punti distanziano il Pd dal Pdl, segno che ormai l’omologazione è totale, ma ciò che scandalizza è vedere come il partito di Berlusconi possa ancora essere scelto da un quarto di elettori (il 25%!). Coloro che lo scelgono sanno quello che fanno o sono ciechi e sordi? Come si può non accorgersi che le condizioni di povertà estrema, di disoccupazione, di degrado, di miseria in cui ci troviamo, sono opera e conseguenza diretta della politica corrotta e assassina di un omuncolo che ha fatto solo e sempre i suoi sporchi interessi? Come non rendersi conto che il dramma di oggi è frutto della malavita di ieri che Berlusconi rappresenta in tutta la sua pienezza? Aveva promesso un milione e mezzo di posti di lavori ed ecco come lascia l’Italia: in una profonda disoccupazione generale, in una povertà diffusa, in una miseria senza confini. Esattamente come nella Russia comunista, nella Russia di Putin, suo amico e sodale di merende. E’ tempo, ed è questo, di trasformare l’indignazione in azione, in speranza e in realtà di cambiamento. Mai come oggi, veramente «DIPENDE DA NOI» e da noi soltanto.

Don Paolo Farinella - Genova