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Ricordando don Donato Mellone a dieci anni dalla sua morte Ricordi di P. Francesco D’Acquarica, imc
Di P. Francesco D’Acquarica (del 21/02/2025 @ 16:56:30, in NohaBlog, linkato 174 volte)

Certo che sarebbe piaciuto anche a me essere presente alla celebrazione del decimo anniversario. Ma tant’è… quando don Donato venne a mancare (dieci anni fa ero anche più giovane), ero piuttosto lontano e non mi fu possibile partecipare al suo funerale. Oggi mi trovo a Galatina, ma “i 90 sacchi sulle spalle” (fra poco compirò 90 anni) non mi permettono di stazionare in locali freddi. Me lo ha detto il medico: e la chiesa di Noha, come del resto molte altre qui nell’Italia del Sud, in questo periodo è decisamente fredda. Vuol dire che sarò presente con lo spirito.

Ricordo con affetto don Donato, tra l’altro mio carissimo amico. Quante cose fatte insieme, soprattutto nel tempo che per motivi diversi mi sono trovato a vivere a Noha. Appena tornato dal Canada, dove i miei superiori mi avevano inviato come Missionario, mi fermai a Noha per qualche mese, e cominciai le prime ricerche storiche sulla nostra “cittadina”. Io non conoscevo nessuno, perché mancavo da lunghi anni. Ma fu lui ad accompagnarmi a Nardò per consultare l’archivio diocesano. Fu lui a permettermi di consultare i registri parrocchiali, ricchi di notizie interessanti sulla popolazione dei secoli passati. Fu lui mio compagno di gite e di viaggi anche all’estero, fino a Lourdes. In quell’occasione sostammo a Roma nella residenza dei Missionari della Consolata, e lui fu ben felice di entrare in un negozio di articoli per il clero e da lì se ne uscì, abbandonata per sempre la tonaca, vestito con il clergyman che lo rendeva di dieci anni più giovane.

I ricordi sono tanti, il catalogo della mia memoria li conserva, e forse sarebbe tempo di scrivere la sua biografia. Ma rimane la preghiera, già… quella sempre presente. Spesso, quando vado al cimitero a far visita ai miei genitori e ai parenti, sosto in preghiera davanti alla sua tomba. Passo davanti a quella di don Gerardo Rizzo,  a quella di don Paolo Tundo, l’arciprete della mia infanzia, ma quella di don Donato mi attira di più.

Del tempo trascorso insieme ricordo soprattutto la sua grande generosità, la sua bontà d’animo, la sua pazienza  e la sua disponibilità, almeno nei miei riguardi.

Quanti viaggi fatti insieme con la sua mitica “600”, o a Nardò per problemi di Curia, o mi accompagnava per aiutarmi nelle mie ricerche su Noha e bisognava consultare l’archivio diocesano, o per una gita al mare o per tanti motivi... La “600” era come un cavallo sempre pronta per i nostri spostamenti e sovente la guidavo io stesso o me la imprestava finchè non ebbi l’auto per conto mio.

In chiesa era stato appena inaugurato il nuovo organo a canne (1971) che aveva sostituito il vecchio organo a manovella che almeno dal 1857 era stato situato nell’abside. Volentieri mi prestavo per animare le liturgie anche dal punto di vista musicale e per questo creai un coro che io stesso accompagnavo all’organo. Così capitò che “insieme” andammo a Lecce al negozio delle “Paoline” perché don Donato doveva prendere alcune cose che gli servivano per la parrocchia. Io in quel negozio adocchiai un volume di musiche per organo e decisi di comprarmelo. Ma giunti alla cassa don Donato mi disse: questo te lo regalo io. Fu un dono graditissimo e molto utile. Era un volume di musiche di grandi compositori d’organo, molto belle, che ancora oggi (anche se sgualcito) utilizzo volentieri. Grazie don Donato!

 P. Francesco D’Acquarica, imc