A Noha si erano uniti i territori disabitati di Pisanello e di Padulano e dipendevano dallo stesso Casale gli altri feudi di Merine, Giurdignano e Cellino.
I documenti che seguono, di cui riportiamo le intestazioni, provano come i signori De Noha avevano reso indipendente la propria baronia, distaccandola dalla Contea di Lecce e amministrandovi direttamente la giustizia:
“Lo privilegio concesso al signor Antonello de Noha che lo Capitano di Lecce non possa conoscere le prime cause della sua Baronia”.
“Lo privilegio della Giurisdizione del casale di Noha concessa da Re Ferrante (di Aragona) al signor Antonello de Noha”.
“Lo privilegio del Casale di Noha, Merine, Giurdignano e Padulano sopra la giurisdizione civile e bagliva”.
Poiché la vicina terra di San Pietro in Galatina fin da questo tempo tentava di sopraffare e di invadere la giurisdizione del barone di Noha, lo stesso inventario ci fa fede di un’altra scrittura importantissima. E anche questa trapuntata:
“Una lettera Regia diretta al Capitano di San Pietro in Galatina che non si intrometta nella giurisdizione di Noha”.
Tuttavia, poiché il litigio fra le due terre si acuiva, dall’inventario togliamo due altri documenti i quali accennano ad una convenzione tra i due feudi confinanti. Essi sono:
“L’istrumento di carta di cojoro della concordia fatta tra gli uomini di Nohe con quelli di San Pietro in Galatina”.
“Privilegio seu provvisione della Regia Corte delli vassalli di Noha che vadano ad abitare a San Pietro, paghino a Noha”.
E moltissimi altri privilegi ottennero dalle regnanti in Napoli i Signori De Noha.
Segue l’inventario fatto dalla R. Udienza (di LECCE) per mano di Notar Paolo de Ferraris di tutte le robe della baronia di Noha.
Dal libro del Prof. Gianferrante Tanzi edito a Lecce nel 1906 e intitolato “L’Università e il feudo di Noha”.
Marcello D’Acquarica