Se qualcuno avesse chiesto a Carmelo Bene un’opinione in merito alle decisioni prese sulla questione epidemica, sono certo che avrebbe risposto che si tratta di scorregge di Stato.
C’è un inquietante terrore che aleggia, una funerea paura di esprimere un parere, se si ha la sensazione che questo discordi con quello che io definisco pensiero unico dominante. Per fortuna non ho questa fobia.
Penso di sapere cosa sia lo Stato, e lo rispetto. La maggior parte non sa cos’è, e ciò che rispetta sono le sue scorregge.
Siamo davanti ad un aborto della ragione, vale a dire alla pratica di estirpare ogni pensiero che abbia a che fare con la razionalità e la ragionevolezza.
L’incapacità di starsene fermi non è sempre sinonimo di codarda oziosità. Infatti, spesso, il non fare è meno dannoso del fare.
Se io suscitassi una percezione, dicendo che mancano 24 ore alla fine del mondo, tutti si affretterebbero a costruire bunker e a svaligiare supermercati. Inoltre, tutti pretenderebbero dallo Stato fulminee decisioni a riguardo. E cosa farebbe lo Stato? Per rispondere alla pretesa della gente in panico, mossa originariamente da una distorta percezione della realtà, prenderebbe le decisioni più assurde pur di dimostrare che la sua ragion d’essere ha un senso. È quello che sta accadendo.
La percezione distorta della realtà sta inducendo gente di assoluta mediocrità a prendere decisioni criminose a danno di tutti. Siamo intrappolati nello schema ben descritto dal sociologo Overton. Si introduce nell’opinione pubblica un concetto dapprima inconcepibile (es. divieto generalizzato di uscire di casa), e quel concetto, divenuto via via sempre più accettabile, arriva ad essere considerato non solo ragionevole, ma addirittura legale. Se, infatti, fino a due anni fa chiudere in casa una sola categoria di persone era considerato una misura dal sapore nazista, oggi parlare di un lockdown dei soli non vaccinati sta diventando un concetto non solo ragionevole e diffuso, ma addirittura legalizzato. Voi pensate che qualche tedesco del 1940 non fosse consapevole di quello che stava succedendo? Avevano semplicemente trasformato un concetto dapprima assurdo e inconcepibile in una decisione ragionevole e legale. Anche se questo paragone dovesse urtare la vostra sensibilità, io me ne fotto, poiché mi sento in dovere di dire come stanno le cose.
Basta poco, infatti, per abituarsi all’assurdo. E poiché reputo che la massa sfortunatamente sia acefala, vale a dire priva di quella componente fondamentale che permette di giudicare criticamente ciò che accade, il rischio di abituarsi a pratiche assurde non è più un’utopia, ma la mostruosa realtà. Non aveva torto, infatti, il caro Dostoeskij (a proposito, leggete qualcosa, per onorare il secondo centenario dalla sua nascita): “Hanno pianto un poco, poi si sono abituati. A tutto si abitua quel vigliacco che è l’uomo”.
Il fatto che vi stiate abituando a fare esattamente tutto ciò che vi viene detto, senza neppure porvi una domanda sul senso, quando questo palesemente non c’è, ne è la prova. Infatti, pur non essendo contrario alla vaccinazione, uno dovrebbe ad un certo punto anche chiedersi come mai siamo arrivati a farci tre vaccini in un solo anno mentre i contagi aumentano. E se l’85% della popolazione è vaccinata e i contagi aumentano, non posso mica dare la colpa a quel gruppetto costretto a tamponarsi giorno e notte pur di dar da mangiare ai propri figli, dimostrando di essere perfettamente sano, dato che è stato introdotto l’assurdo stato del malato asintomatico. Siamo, infatti, alla contraddizione in termini.
Da sempre un malato è uno che sta male. Un malato che sta bene non è malato, ma sano. Eppure, pur di rendere ragionevole l’assurdo, ci si è inventati la categoria dei malati che stanno bene, vale a dire gli asintomatici. E se uno che percepisce settecento euro al mese deve spendere duecento in tamponi per avere un codice che gli permetta di mangiare, voi potete anche non definire tutto ciò un ricatto criminale, ma non importa, poiché è esattamente di questo che si tratta. In quanto, lo ricordo fino alla nausea, ciò che io devo inserire nel mio organismo non può essere imposto da alcuno. Se una donna può decidere di abortire, perché io non posso decidere di non bucarmi? L’acefalo mi risponderebbe subito: “non è la stessa cosa perché il vaccino serve per proteggere anche gli altri!”. Pertanto, se così fosse, io che dovessi andare in Africa, mi vaccinerei contro la febbre gialla per proteggere l’Africa, o per proteggere me? E se io dovessi andare in Africa, dovrei essere io a vaccinarmi, o dovrei pretendere che tutta l’Africa si vaccini poiché sto per arrivare io? Lo so che non siete abituati a questo tipo di ragionamenti. La colpa è di quelli che hanno tolto la filosofia dalle scuole, lasciando solo LASCIENZA. Se fate sempre quel che dice la LASCIENZA come avete fatto con gli ulivi, farete una brutta fine. Infatti, nel caso della xylella, LASCIENZA disse di estirpare tutti gli ulivi colpiti dal batterio. Qual è stato il risultato? Che avete debellato la Xylella? No. Il risultato è stato quello di avere un paesaggio spettrale peggio del deserto.
Vi abituerete all’inconcepibile. La porta dell’inferno si è spalancata: benvenuti nell’era dell’emergenza infinita: “emergenza terrorismo, emergenza immigrazione, emergenza covid, emergenza climatica”. Siamo da vent’anni in emergenza e voi nulla, nessuna domanda? E mentre state stravaccati sul divano a sentire “vaccino, vaccino, vaccino, contagi, terapie intensive, no vax, no vax, contagi, vaccino, vaccino, grenn pass, vaccino, vaccino, vaccino, etc.” è aumentata la povertà assoluta, qualcuno ha portato la benzina a due euro, ha aumentato le materie prime del 40%, lasciato gli stipendi a quelli del 1970, ha aumentato ancora l’età pensionabile, privatizzato la sanità, bruciato la monnezza sotto il vostro naso, e molte altre schifezze di questo calibro, tipo stanziare 17 miliardi per dire a un bambino maschio che forse è maschio veramente (saranno pure fatti suoi che cos’è!). E mentre si stanno impegnando a segarvi il ramo sul quale state seduti, voi state ipnotizzati davanti alla più squallida manfrina del secolo portata avanti da Formigli, Gruber, Vespa, Telese, Brindisi, Fazio, Berlinguer, e tutte le altre comparsate che disquisiscono del nulla condito con il niente.
Qualche giorno fa Cacciari rispondeva così a Telese: “Io faccio il mio mestiere, che è quello di uno che pensa criticamente”. E alla Gruber che non lo lasciava rispondere: “Mi ha fatto una domanda. Parla lei: si risponda lei!”.
Qui, infatti, siamo arrivati al punto che chi fa le domande ad un altro, prima che l’altro parli, ci si risponde da soli. E se tu dici che il 53% di quelli che oggi muoiono (fonte ISS) hanno fatto chi la seconda e chi addirittura la terza dose, a loro, esseri acefali in quanto privi della capacità di un pensiero critico, non gliene fotte nulla. A loro la realtà non interessa. Ciò che interessa, invece, è rendere reale il loro mondo immaginario. Se, infatti, avessimo a che fare con la razionalità, uno che ha un vaccino che forse protegge per tre quattro mesi, non potrebbe avere un certificato che ne garantisce l’immunità per dodici. Così come non potrei mai dire che ai cortei contro il green pass di Triste ci si infetta, mentre ai cortei della CGIL, o quelli a favore del disegno di legge Zan, no. Non potrei obbligare l’autista di un autobus a circolare con il green pass se le novanta persone che trasporta non ce l’hanno. Non potrei far salire quattro persone sul Frecciarossa solo se munite di green pass e poi far partire treni regionali che trasportano un carnaio inverosimile di pendolari. Ma qui non c’è più nulla né di scientifico, né di razionale né, tanto meno, di ragionevole. Siamo in preda alla schizofrenia. E davanti ad uno schizofrenico che si crede un astronauta a te l’unica cosa che resta da fare e assecondare gli effetti della malattia e dirgli che sì, lui è davvero un astronauta, e lasciarlo viaggiare con la sua immaginazione a bordo della sua navicella.
Notate: gli schizofrenici del covid stanno impazzendo. Appena uno dotato di ragione capisce di trovarsi in uno studio televisivo pieno zeppo di malati mentali, e minaccia di andarsene, i matti delirano. Infatti, pensate se in uno studio dovessero riunire Galli, Pregliasco, Bassetti, Burioni, Ricciardi, Speranza, Letta, Conte, Salvini, Draghi, Formigli, Gruber, Fazio, Brindisi, Berlinguer, Vespa e tutti gli schizocovid del momento, senza alcun contraddittorio. Sentireste soltanto un mantra: “vaccino, vaccino, vaccino, vaccino, vaccino”. E se si vaccinasse il 110% della popolazione (vale a dire se rendessimo reale l’impossibile) e il covid fosse ancora lì, a prenderci per il culo, questi continuerebbero a rincoglionirsi a vicenda, in questo megagalattico rincoglionimento generale dove non si è più in grado di pronunciare un’altra parola che non inizi con vac. Se, infatti, basta il vaccino e il green pass per salvarsi, allora oggi in Africa ci dovrebbero essere almeno un miliardo di morti.
Concedetemi di fare l’ultimo tentativo: fatevi pure la settima dose e accettate anche di farvi controllare il codice prima di fare l’amore, ma dopo, per favore, guardate prima la faccia di Pregliasco e poi quella di Burioni, e viceversa, e ditemi fino a quando siete disposti ad accettare di essere “stuprati” in questo modo.
Per amor di Dio, il virus c’è (e chi nega l’esistenza è uno stupido), come ci sono altri novanta miliardi di problemi. Ma se la vostra intenzione è di vivere in questo modo per non morire, vorrei ricordarvi che non vivere è già sinonimo di morte. Morti nel corpo, ma cosa ancor più grave, morti e putrefatti nello spirito, come moltissimi uomini e donne di Chiesa di oggi.
Il virus c’è, ma io preferisco di gran lunga la salute mentale e spirituale.
Fabrizio Vincenti