Marcello Amante risponde alla dichiarazioni rilasciate dal consigliere comunale di Lecce Lorenzo Ria
Le recenti dichiarazioni di Lorenzo Ria in merito al documento sottoscritto da me e da alcuni altri amministratori del Salento, e che in questi giorni sta riscontrando attenzioni e adesioni, sembrano chiarire più delle nostre stesse parole il senso della differenza tra il vecchio e il nuovo modo di intendere la politica. Tralasciando il fatto che il consigliere comunale di Lecce ci tacci di “pretenziosità e di arroganza”, tralasciando anche il fatto che parli del nostro come di “modo personalistico e protagonistico di intendere la politica”, tralasciando tutto ciò appare evidente come l’ex onorevole Ria non riesca proprio a comprendere che non vi è nessuna necessità che una lista civica faccia una scelta di campo, perché la sua scelta di campo l’ha già fatta e si chiama “territorio”. A concetti vecchi come quello del “posizionamento politico” ovvero del “con chi ti schieri” le liste civiche, rappresentative del territorio, preferiscono l’aspetto programmatico del “per fare cosa ci mettiamo insieme”. Se la logica è questa, la formazione delle coalizioni nazionali ci interessa sicuramente molto meno rispetto al contenuto della proposta politica rispetto al territorio, che noi liste civiche abbiamo saputo rappresentare in questi ultimi anni certamente più e meglio rispetto ai partiti tradizionali e che, ci sia consentito ricordarlo, i cittadini del Salento hanno dimostrato di apprezzare e premiare elettoralmente anche nelle maggiori città. Per cui i nostri appelli non corrono assolutamente il rischio di “scadere nel qualunquismo e nel populismo” perché l’aderenza della nostra azione politica e amministrativa alle esigenze delle nostre comunità la misuriamo giorno per giorno, atto per atto, iniziativa per iniziativa. E’ invece la politica partica che sembra aver perso completamente tale aderenza e preferisce rincorrere somme algebriche, che spesso si rivelano inesatte e che, comunque, sono sempre infruttifere per il territorio.
Marcello Amante
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