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TAP: Trattativa Avviamento Prostituzione
Di Antonio Mellone (del 25/10/2017 @ 21:38:43, in NohaBlog, linkato 1652 volte)

Che tristezza. Premesso che davvero non saprei chi possa fare più ribrezzo tra: A) i sindaci che, con il cappello in mano, pensano di trattare con TAP, il famoso tubo di ‘sto gas, per l’ottenimento di un qualche ristoro o compensazione o come cavolo vogliano chiamare la promessa di una mancia in cambio della loro accondiscendenza, e B) i sindaci (come il mio, per dire) che si guardano bene dal proferire verbo in un senso o nell’altro.

Roba da canto XXI e XXII dell’inferno, dal lato dei barattieri; e da canto III, sempre dell’Inferno, dal lato B, quello degli ignavi.

Dante Alighieri colloca, dunque, nell’Antinferno le anime tristi degli ignavi. I quali non son nemmeno degni di menzione. Vissero da vigliacchi, “sanza infamia e sanza lodo”. Incapaci di schierarsi, non lasciarono di loro fama alcuna nel mondo. Non osarono avere un’idea propria neanche per una volta, e la lor cieca vita è tanto bassa che sono invidiosi di ogni altra sorte. “Mai non fur vivi”, dice il Poeta, e certamente “a Dio spiacenti e a’ nemici sui”: indegni di meritare sia le gioie dei cieli (che non li vogliono “per non esser men belli”) che le pene dell’inferno (“ch’alcuna gloria i rei avrebber d’elli”).

Anche noi, insieme a Dante e a Virgilio, conveniamo nel lasciarli nella loro insipienza, senza perder ulteriore tempo a “ragionar di loro”.

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E poi - visto che non ci facciamo mancare nulla nella fauna sindacale - abbiamo i barattieri, tipici dannati per sfruttamento di carica pubblica con finalità affatto diverse dal concetto di bene comune.

Sul Quotidiano di Caltagirone, per dire, l’altro giorno si gongolava finalmente per la rottura “del fronte del no a Tap” e magari “sull’opportunità di continuare l’interlocuzione sacrificando la contrarietà al gasdotto” [sic]. Si blaterava inoltre di “ristori per il Salento” [ecco: dopo i ristoranti, i ristori, ndr.], di “compensazioni rilanciate dalla società” [i famosi rilanci del baro, ndr.], e si ripeteva a pappagallo la salmodiante manfrina della Bellanova sugli “accordi internazionali da rispettare” [vale a dire quelli con la dittatura corrotta dell’Azerbaijan, ndr.], e, ovviamente, sulla “strategicità dell’opera” [l’opera è “strategica” a prescindere, per assioma insomma, ndr.]; infine, sempre su quei fogli, si divideva idealmente il fronte tra “l’apertura al dialogo” [che carini, ndr.] e “la chiusura completa” [sottintesa da parte dei sindaci stronzi, ndr.], senza scordare di far ripetere ai Primi Cittadini aperti alla trattativa [indovinate di che tipo di Trattativa stiamo parlando, ndr.] che “Tap si farà ad ogni costo” e che “l’opera sarà fatta comunque” [non li sfiora per niente l’idea che se solo volessero avrebbero il potere di bloccare questo e ben altri agghiaccianti orrori, ndr.].

Peccato che ogni compensazione (ovvero obolo, ristoro, eccetera) altro non è che un palliativo, una foglia di fico, fumo negli occhi. TAP, infatti, non è una Onlus o un ente di carità o un bancomat, ma una multinazionale del profitto, sicché le esternalità negative (o diseconomie esterne, come l’inquinamento, lo scempio ambientale, la distruzione del paesaggio, il cancro) provocate dalla sua presenza non potranno mai essere risarcite da alcun indennizzo, pena il fallimento dell’azienda stessa. Oltretutto l’eventuale elemosina finirebbe per essere la classica goccia in un oceano di merda.

Chissà perché nessuno, diverso dai NO-TAP, ha capito che la bellezza, la salute, la cultura, la coscienza e la dignità di un popolo non si barattano, né si prostituiscono o mercanteggiano per nessun importo e per nessuna ragione al mondo.         

Se il tutto non fosse grottesco, che dico: tragico, ci sarebbe addirittura da morir dal ridere al solo pensiero che i sindaci barattieri rimarranno con un pugno di mosche in mano. Guardate un po’, invece, quali sono le forme di compensazione cui la multinazionale starebbe pensando di concerto con non si sa chi (sono enumerate dal “giornalista” a pagina 10 del Quotidiano del 23/10/2017  - cfr. immagine allegata):

1) Più metano per le auto - per ridurre l’inquinamento da benzina e diesel [ergo per aumentare quello da gas, ndr.]; 2) Navi senza carburanti - un altro aiuto all’ambiente [evidentemente reintrodurranno le galere spinte completamente dalla forza dei remi, ndr.]; 3) Cicloturismo e nuove piste – dettagli da definire [soprattutto sul concetto di pista, ndr.]; 4) Più aiuti alla ricerca – contro la peste della Xylella [TAP, alias Trattamento Anti Peste, ndr.]; 5) Infrastrutture e logistica – per ridurre il gap infrastrutturale del Salento con il resto del Paese e d’Europa [Mind the gap, anzi Mind the tap, ndr.]; e infine, 6) Sfruttamento del ciclo del freddo - legato al gasdotto nell’industria dei surgelati [con particolar riferimento ai cervelli crioconservati, ndr.].

Cari signori, va bene. Ma c’è un limite a tutto. E si chiama presa per il culo.

Antonio Mellone