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Serena
Di Antonio Mellone (del 26/06/2016 @ 14:29:59, in Necrologi, linkato 21322 volte)

Serena prende sempre nuovi impegni. Ogni giovedì è con noi alla quattro passi dei donatori di sangue.  Va al trekking. Fa il clown con il suo gruppo per i bambini del Vito Fazzi. E poi i concerti. Il teatro in piazza. I mille interessi. Il mare. E i suoi bambini delle elementari e delle medie.  

Ma come fa? No, non può essere.

Noi non abbiamo visto né capito nulla. Serena dà la forza agli altri. Ma forse l’implora anche per sé, questa forza.  

Serena fugge. Serena è stanca. Serena trema. E’ sola. Ci sono giorni, settimane intere in cui parla con tutti, ma non comunica con nessuno. Solo con la sua voce dentro. Ostinata. Implacabile. Insistente. Solo qualche “buongiorno” e “buonasera”. Qualche frase. Poi silenzio. E pensieri.

Lavora sempre di più. Si appassiona. Ma la sera quando va a letto pensa. Pensa al mare. Al verde. Alla baia delle Orte. E corre nei sogni, corre alla luce vera.

Corre, la sua testa, corre troppo veloce e il suo corpo non le sta più dietro.

La testa piena di pensieri. L’aria è umida e il cielo carico di piccolissime stelle. Ma la luna non c’è stasera. Non la vede. Si è nascosta tra i rami di quei pini marittimi. Serena cammina a testa in su per cercarla. Anche solo un filo, un capello di luce tra le chiome. Si impegna e aguzza la vista nelle tenebre. Ma non riesce proprio a trovarla. Arriva al punto senza luna. Domani, anzi è già oggi, deve ripartire.

Serena poggia un piede su ogni pietra. Piano. E preme. E’ come se volesse rubare l’anima alle pietre. E invece le saluta una a una. Le tocca dire addio. Il suo mare. I suoi percorsi. Il suo paese. La sua mamma. E Gabriella. E i suoi bambini dell’ospedale. E quelli che hanno bisogno del suo pronto soccorso in storia, nelle scienze, in matematica. E poi noi altri.

Forse è tutto troppo. E non è più possibile combattere contro il destino.

Antonio Mellone