Si è spento oggi a Noha Sandro Brasciòla, un ragazzo di appena 53 primavere. Alla moglie, sig.ra Sonia, alla piccola Francesca, ai fratelli, ai parenti e a tutti gli amici di Sandro giunga l’abbraccio affettuoso da parte di tutta la redazione di Noha.it.
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Sandro se n’è andato dopo pochi mesi di una fulminante malattia. La chiamano “malattia del secolo”, ma forse sarebbe il caso di ribattezzarla “malattia salentina”. Nel distretto di Galatina, per dire, l’incidenza dei tumori sembra battere tutte le più drammatiche statistiche. Nessuna famiglia ne sembra ormai più immune.
E’ che siamo attorniati da pericolose discariche di rifiuti di ogni genere, da fumi emessi dalle ciminiere che non solo prepotenti violentano i semicerchi dei nostri orizzonti ma anche e soprattutto le nostre fibre, da campagne non più coltivate a verde ma occupate da pannelli fotovoltaici, da infinite circonvallazioni inutili rivendicate da politicanti da quattro soldi, da strade pericolose a quattro corsie che andranno a finire direttamente nel mare, da falde acquifere inquinate da diossina, percolato ed altre micidiali sostanze, da cementificazioni criminali per comparti edilizi, aree mercatali, centri commerciali, e prossimamente anche da un gasdotto Tap che porterà del gas che (forse) verrà utilizzato nell’Europa centrale.
Ma tutto questo provoca malattie. E le malattie non capitano sempre agli altri.
E’ come se piccole mani assassine si poggiassero su di noi, ci toccassero scegliendo con oculatezza per ciascuno di noi una parte del corpo: polmoni, testa, ovaie, pelle, gola, fegato, pancreas, per poi divorarla, lentamente o in un sol boccone.
E così cromo e titanio sono giovani dai capelli rasati e senza più le sopracciglia a causa della chemioterapia; zolfo, uranio e monossido di carbonio sono bambini con asma bronchiale e problemi cardiocircolatori; carbonio e benzo(a)pirene sono donne che all’improvviso palpano un nodulo, avvertono un dolore, patiscono una certa spossatezza, anche se hanno sempre fatto una vita sana.
Spesso ci si chiede perché non reagiamo.
La risposta è scontata: è pressoché impossibile difendersi da qualcosa che non si conosce. E molti fanno in modo di tenerci all’oscuro di tutto. Ci sono dei “giornalisti”, per dire, quelli con le virgolette, i reporter a libro paga, i cronisti con un conflitto di interessi grande quanto un altoforno, i quali o ti ignorano oppure scodinzolanti e pronti a riportare la voce del padrone ti ingiungono di tirar fuori i dati, le correlazioni, i riscontri, le analisi, i numeri. E ti dicono pure che fai battaglie ideologiche, e che tu insieme ai tuoi amici “ecologisti” siete contrari al progresso a prescindere.
Eppure le prove sono sotto gli occhi di tutti. Ma nessuno le vede.
Ci comprano con quattro soldi, con la sponsorizzazione di una festa patronale, con il restauro di un altare, con la fornitura di sacchetti di iuta per un motoraduno.
Ci riempiono la testa di “ricadute occupazionali” e di “volani per lo sviluppo”. E spacciano tutto questo scempio per progresso, competitività, crescita.
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Addio Sandro, riposa in pace.
A noi altri rimane il dovere di lottare.
Lo dobbiamo a te. Ed alla tua piccola Francesca.