Dicono che me la prendo troppo. Ma santo cielo, hanno intenzione di impiantare una novella Chernobil ad un fischio da Galatina e dovrei far finta di nulla? No, non farò come molti, troppi galatinesi, il cui elettroencefalogramma somiglia sempre più ad una retta tendente all’infinito, anzi a zero.
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Qualche settimana fa, su uno tra i più seguiti siti internet di Galatina è apparso l’ennesimo comunicato-stampa sul tema del compostaggio (che proprio compostaggio non è). Il pezzo è stato stilato da alcuni esponenti dell’opposizione (che proprio opposizione non è) all’attuale governo del comune (che proprio governo e soprattutto comune a questo punto non mi pare siano più).
Orbene, l’immagine a corredo di questo comunicato è la foto di un virgulto di basilico (o forse di zangone) ben piantato su una manciata di terriccio contenuto tra due mani. Quell’humus vorrebbe evocare - forse nella mente del geniale “giornalista” che l’ha utilizzata – il fatto che quello sarà o sarebbe il frutto di un bel compostaggio della frazione umida dei rifiuti che avverrà secondo il metodo naturale della dottoressa Tirone (indovinato chi è la nostra dottoressa Tirone? Bravi: quella).
Un’immagine, quella del germoglio, da far impallidire la pubblicità bucolica, idilliaca, anzi arcadica delle colazioni del Mulino Bianco.
Le icone sono importanti, forse più di un testo. Basta a volte una vignetta, una foto particolare, un’ immagine e già uno capisce (o pensa di capire) il succo di un lungo brano. Che sovente - nell’era di Twitter e dei suoi 140 caratteri - non si legge manco sotto tortura.
Non so fino a quanto consapevolmente il di sicuro valente giornalista di quel sito abbia pensato a questo dato di fatto: cioè che inconsciamente con certi accostamenti si possa alimentare nei neuroni superstiti dei nostri concittadini quelle quattro corbellerie strombazzate da comunicati-stampa tutti da incorniciare, stilati da pittoreschi protagonisti di un’amministrazione comunale meritevole, questa sì, di un immediato compostaggio a caldo con trattamento anaerobico (senza elle, per carità) per via delle sue scelte “strategiche” all’insaputa dei cittadini; scelte, del resto, mai a sufficienza rintuzzate da una opposizione a sua volta afona, acefala, catalettica o chissà fino a che punto collusa.
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Poi uno si chiede come mai di fronte ad un comunicato stampa di questa portata (come quello della Forte), o di qualche povero esponente di un’opposizione degna di cotale maggioranza, sul tema del mega-impianto di pseudo-compostaggio da 30.000 tonnellate di rifiuti (circa 80 tonnellate di frazione umida da ospitare a Galatina ogni santo giorno) nessuno abbia espresso il pur minimo dubbio se siamo davvero di fronte a vero compostaggio ovvero se non si voglia di fatto impiantare una nuova centrale di e a biogas.
A Galatina si parla del più e del meno, si blatera senza sosta di stupidaggini e, morbosamente, di cronaca (basta vedere i “mi piace” ai relativi articoli); e poi si cerca di “informarsi” leggendo i siti internet pieni zeppi di comunicati-stampa (anche se il giornalismo ed il comunicato-stampa dovrebbero essere come il diavolo e l’acqua santa); ma di questa roba orripilante, del compostaggio anaerobico, dico, pericoloso, deleterio, fatale nessuno sembra preoccuparsi. Si aspetta sempre di versare il latte, anzi il percolato, prima di piangere le solite lacrime di coccodrillo. Mai nessuno che sappia leggere i segni del disastro prossimo venturo.
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Con la loro insipienza i galatinesi stanno facendo harakiri con gioia.
E nessun giornalista di Galatina (non mi riferisco a qualche scribacchino del Quotidiano: ho detto giornalista) che osi alzare ciglio, porre qualche domanda seria in merito, o quanto meno evidenziare quella serie incommensurabile di idiozie sparate a raffica da comunicati stampa orripilanti. Niente di niente. Solo immagini di virgulti, piantine, germogli, schiattuni.
P.S. E tu, Roberta, quand’è che torni a dire qualcosa di sinistra?
Antonio Mellone